Con lo Ius scholae oltre mezzo milione di nuovi italiani in un quinquennio
I potenziali beneficiari sarebbero circa 560 mila, di cui oltre 300 mila nel primo anno di applicazione e i restanti nei successivi quattro anni. Sei alunni stranieri su 10 che attualmente studiano nelle aule scolastiche otterrebbero la cittadinanza italiana. Corrispondono a circa il 7% della popolazione scolastica complessiva e all’1,2% degli aventi diritto di voto. L’effetto sarebbe molto diverso sul territorio, con nuovi equilibri: 5 potenziali nuovi concittadini italiani su 6 vivono al centro e, soprattutto, al nord. Meno del 15% nel meridione.
Si accende il dibattito sulla cittadinanza agli stranieri, e torna in auge il progetto del cosiddetto Ius scholae che prevederebbe il riconoscimento della cittadinanza per i giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento di una certa età, che abbiano frequentato regolarmente la scuola italiana per almeno un ciclo scolastico.
Ma quanti sarebbero i potenziali destinatari? E come sono distribuiti sul territorio? Tuttoscuola ha analizzato i dati e ha fatto una proiezione di quanti potrebbero essere gli alunni coinvolti nell’arco di un quinquennio.
La stima varia nell’ipotesi che sia considerato sufficiente un ciclo di 5 anni (coincidente di fatto con la scuola primaria) o se lo Ius scholae venga riconosciuto a chi ha frequentato l’intero primo ciclo del sistema di istruzione italiano, fino alla terza media. Abbiamo considerato prudenzialmente questa seconda ipotesi.
Utilizzando gli ultimi dati disponibili pubblicati sul portale Unico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, relativi all’anno scolastico 2022-23, e riferiti agli alunni delle scuole statali e paritarie, è possibile definire una stima attendibile del numero di alunni stranieri che potrebbero beneficiare della proposta nel primo anno di applicazione e poi nei successivi quattro, per coprire il primo quinquennio di eventuale applicazione. Abbiamo approfondito i dati per area geografica, in quanto l’impatto sarebbe molto differente da regione a regione.
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