Ius Scholae, bocciato emendamento: Forza Italia vota contro e promette una proposta alternativa

Ius Scholae: non è passato alla Camera l’emendamento al decreto legge sulla sicurezza, presentato da Azione, che proponeva l’acquisizione della cittadinanza italiana per i minori figli di immigrati nati in Italia, in questi termini:

All’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, dopo il comma 2, sono inseriti i seguenti:

    “2-bis. Il minore straniero nato in Italia che, ai sensi della normativa vigente, ha frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno dieci anni la scuola primaria e secondaria, con la conclusione positiva dell’assolvimento dell’obbligo scolastico, acquista la cittadinanza italiana. La cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa, entro il compimento della maggior età dell’interessato, da un genitore legalmente residente in Italia o da un esercente la responsabilità genitoriale, all’ufficiale di stato civile del comune di residenza, da annotare nel registro di stato civile. Entro due anni dal raggiungimento della maggior età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza.

    2-ter. Qualora non sia stata espressa la dichiarazione di volontà di cui al comma 2-bis, l’interessato in possesso dei relativi requisiti acquista la cittadinanza se ne fa richiesta all’ufficiale dello stato civile entro due anni dal raggiungimento della maggiore età”.

I no sono stati 169 e i sì 126 e 3 astenuti. Anche Forza Italia che, come si sa, aveva ipotizzato questa estate una proposta simile, ha votato contro. La posizione contraria del partito che sembra contraddire le posizioni già espresse dal ministro Tajani, è stata chiarita da Paolo Emilio Russo, che ha precisato che FI è al lavoro su una specifica proposta di legge in materia. «Si tratta – ha detto Russo – di un tema che merita più attenzione di un emendamento infilato all’ultimo un provvedimento che parla di sicurezza».

In via ufficiosa, si sa che la proposta di Forza Italia non si limiterebbe a registrare l’avvenuta conclusione dell’intero percorso decennale della scuola dell’obbligo fino al termine del primo biennio delle superiori come previsto dall’emendamento di Azione bocciato, ma prevedrebbe anche l’accertamento del profitto scolastico che attesti, tra le altre cose, la conoscenza della lingua e della storia italiana.

La bocciatura dell’emendamento ha dato luogo a forti critiche da parte dei partiti di opposizione.

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