Istruzione tecnica/2. E’ l’unica dove la dispersione aumenta, anche al nord

Non vi è soltanto una situazione critica nella scelta degli istituti tecnici da parte dei ragazzi che escono dalla scuola media. Una volta iscritti, quei ragazzi fanno anche registrare una dispersione piuttosto elevata, inferiore soltanto a quella degli istituti professionali.

Al termine del quinquennio 2011-12/2015-16 dei 210.168 studenti partiti al 1° anno risultano iscritti al quinto 148.691: 61.477 si sono persi per strada, con un tasso di dispersione del 29,3%, lievemente superiore a quello dell’anno scorso (29,2%) relativo al quinquennio precedente, in controtendenza agli altri ordini di istruzione di secondo grado.

Quali regioni hanno maggiormente contribuito a tenere alto quel tasso di dispersione dell’istruzione tecnica?  

Sopra il valore medio nazionale del 29,3% vi sono ben otto regioni, quasi tutte di ampie dimensioni: il Piemonte con il 31,6%, la Lombardia con il 30,5%, l’Emilia-Romagna con il 30,9%, la Toscana con il 30,7%, la Campania con il 35,1%, la Puglia con il 30,6%, la Sicilia con il 32,0% e la Sardegna con il 35,5%.

Le regioni con il più basso tasso di dispersione negli istituti tecnici: l’Umbria con il 20,2%, la Calabria con 21,2%, le Marche e il Molise con il 23,3%, il Lazio con il 23,4%.

Come si può rilevare, la mappa della dispersione per l’istruzione tecnica sfata un po’ certi luoghi comuni che vogliono le regioni meridionali depresse e quelle settentrionali virtuose.