Istruzione per gli adulti: indietro tutta?

A cominciare dal prossimo anno, secondo i piani definiti dalla Finanziaria 2007, l’istruzione degli adulti avrebbe dovuto cambiare pelle e riorganizzarsi unitariamente in centri provinciali dotati di autonomia, come qualsiasi istituzione scolastica.

I nuovi centri avrebbero dovuto unificare i Ctp (centri territoriali permanenti) e i corsi serali per adulti sotto un’unica gestione organizzativo-amministrativa, ma il decreto legge 112/08 ci ha messo la coda. Tra i nuovi criteri di razionalizzazione – che significano riduzione di spesa – la nuova norma prevede anche la “ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa“.

Non è facile interpretare il senso di quella “ridefinizione” dell’assetto dei virtuali centri di istruzione, ma certamente, visto lo spirito che pervade tutto il decreto legge, non potrò che trattarsi di riduzione della spesa.

È prevedibile, quindi che l’annunciata riforma venga rinviata a tempo da definire, forse preparando il passaggio dell’intera materia dell’educazione e istruzione degli adulti alla diretta competenza delle regioni, come da tempo si prevedeva.

Tra le strategie di Lisbona per il 2010 vi è anche l’obiettivo di espandere l’istruzione degli adulti che nel nostro Paese è ferma a poco meno dell’8% della popolazione, mentre in molti Paesi dell’Unione, soprattutto nelle aree del nord Europa riscuote consensi e successi.