Istruzione e formazione professionale/3. Un vuoto da riempire

Il seminario di FORMA non si è occupato però solo di architetture formative, di flussi finanziari e di posti di lavoro da salvaguardare, a proposito dei quali il sindacalista CISL Formosa ha ricordato che “gli occupati nella formazione professionale, con contratti di lavoro subordinato, sono circa 25.000“, oltre a 70.000 esperti e ad altri occupati nell’indotto.

In alcuni interventi, e nelle conclusioni del presidente CONFAP Bondone, si è avvertita con forza l’esigenza che il sistema di istruzione e formazione, inteso come insieme dei percorsi scolastici e formativi, dia una risposta efficace e flessibile alla domanda sociale in tutte le sue articolazioni,  soprattutto in quelle espresse dagli studenti e dalle famiglie appartenenti agli strati sociali più deboli ed emarginati.

Su questo punto è intervenuto con forza Bruno Stenco, direttore dell’ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana (CEI). La variabile indipendente, la “bussola antropologica” per riordinare l’offerta formativa, sostiene Stenco, deve essere la persona. E’ in questo quadro che occorre trovare soluzioni capaci di dare risposte adeguate a tutti i giovani. I percorsi scolastici e quelli formativi possono trovare un comune orizzonte di riferimento e di riprogettazione dell’attività didattica nella nozione europea di “competenza”, che può essere acquisita in una pluralità di percorsi di apprendimento.

Tra questi vanno annoverati e considerati, alla pari degli altri, anche quelli di istruzione e formazione professionale. Gli unici, peraltro, che mostrano di essere in grado di arricchire e completare l’offerta formativa venendo incontro ai bisogni di coloro che per varie ragioni incontrano difficoltà nell’intraprendere studi di tipo scolastico.