
Istituti tecnici e professionali. La terza via
Se prenderà corpo, l’ipotesi di mantenere gli istituti tecnici e professionali all’interno del sistema di istruzione porrà un argine alla fuga da questo tipo di scuole, in direzione soprattutto dei licei scientifici, diffusamente registratasi nelle iscrizioni per l’anno 2004-2005.
La conseguenza sarà quella della coesistenza, all’interno del sistema dei licei, di due aree, una generalista, a terminalità aperta, propedeutica ad altri studi, e un’altra, comprendente gli indirizzi a carattere tecnico-professionale, mirata alla formazione di competenze di base in campo tecnologico ed economico, a terminalità plurima, aperta cioè sia verso gli studi universitari e la formazione tecnica superiore non universitaria, sia verso percorsi compositi di transizione alla vita attiva, in alternanza studio-lavoro.
La domanda sociale che alimenta attualmente le iscrizioni verso questo tipo di scuole secondarie (60% del totale) potrebbe stabilizzarsi attorno a valori comunque alti, superiori al 50%, almeno nel breve-medio periodo, e dar luogo ad un “tertium genus” di formazione secondaria, accanto ai licei generalisti (40-45%) e alla formazione professionale regionale rivisitata (5-10%).
Quest’ultima non potrebbe ambire a quella condizione e considerazione sociale di “pari dignità” con i licei prefigurata nella legge n. 53: troppa sarebbe la sproporzione dimensionale (90 contro 10%), sociale (aspettative delle famiglie assai differenti), e anche di qualità formativa, perché il canale professionale finirebbe per essere inevitabilmente schiacciato sulla valenza pratico-addestrativa.
Le esitazioni del ministro Moratti in materia derivano probabilmente dalla consapevolezza che una prospettiva come quella che si sta delineando penalizza uno degli obiettivi più importanti della riforma: quello della “pari dignità” di tutti i percorsi del secondo ciclo. In compenso, una chiara scelta in favore dell’inserimento degli istituti tecnici e professionali nell’area liceale porrebbe un argine alla fuga verso i licei. Ma la decisione dovrebbe essere presa al più tardi entro il dicembre 2004, prima cioè delle iscrizioni all’anno 2005-2006.
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