ISIS e non solo: lo sfregio di Mosul, di Ninive e della Barcaccia…

La barbara uccisione di due ostaggi giapponesi, i tifosi olandesi che sfregiano la Barcaccia del Bernini, la distruzione della Biblioteca di Mosul, la devastazione delle opere del Museo di  Ninive ci mettono di fronte ad un’umanità impazzita e piena di odio, non disposta ad accettare l’esistenza di valori e principi diversi dai propri. Abbiamo finto che non ci riguardasse, ci sbagliavamo.

L’imperativo è contrastare la barbarie dell’ISIS, a cominciare da ciò che siamo convinti ci minacci da più vicino. Sicuramente qualcosa può farlo ognuno di noi, nel proprio piccolo, lavorando insieme alla scuola per prevenire ed affrontare in modo civile e umano quelli che si stanno affermando come i problemi più importanti nel terzo millennio.

Dobbiamo cercare di capire come sia possibile che giovani, spesso cresciuti ed ‘educati’ nelle nostre società occidentali, si siano trovati a condividere un’idea che li porta a lasciare tutto e ad andare a praticare una sanguinaria forma di guerra, peraltro non l’unica nei nostri tempi, ma particolarmente aggressiva perché basata sul fondamentalismo religioso.

E’ vero, sul web vengono postati video alternativi a quelli del califfato che cercano di dissuadere i giovani… ma hanno poche possibilità sia di arrivare a chi sono diretti sia di ‘convincere’, perché le fonti non sono ritenute ‘credibili’ da quei giovani, perché usano parole e argomenti che difficilmente possono ‘avere presa’ su di loro.

Ciò che è mancato è il dialogo e il rapporto con chi è loro vicino. Quando, in una società, manca quel senso di coesione che viene dalla condivisione di valori e principi, dove gli adulti, spesso dediti all’individualismo, non si interrogano né si sentono responsabili per sé, per i propri figli, per gli altri! Coerenza e buon esempio non sembra siano priorità nella nostra società, ad ogni livello: non è questo irragionevole?

Per contrastare l’indiscutibile barbarie dell’Isis non si può essere altrettanto barbari, seppure meno sanguinari. Cosa possiamo opporre al loro credo, alle loro farneticazioni?

Se in qualche misura possiamo ‘mischiare le acque’ e nascondere le incoerenze, le disuguaglianze e le ingiustizie in aumento… ci rendiamo conto che nella misura in cui voltiamo la faccia dall’altra parte scivoliamo di più verso l’assuefazione.

La scuola è chiamata a cogliere i segni di un disagio così grande e così disperato quale quello che può trasformare i nostri ragazzi in mostri sanguinari, interponendosi tra la pericolosa propaganda dell’Isis e i giovani, spiegandone il significato. Un compito difficile, l’ennesimo, al quale nei limiti delle possibilità di ciascuno, non sottrarsi.