INVALSI. Dall’universo al campione

La direttiva n. 649 del 28 agosto 2006 sulle attività dell’Invalsi modifica la precedente direttiva Moratti del 27 marzo solo in tre punti, l’1, il 2 e il 13 (ciò che non ha mancato di sollevare riserve e richieste di ulteriori modifiche da parte dei sindacati, soprattutto la FLC-CGIL). Ma si tratta di modifiche importanti, soprattutto quella che riguarda il punto 2.
La novità è costituita dal fatto che la valutazione per le classi del primo ciclo precedentemente individuate (seconde e quarte della scuola primaria e prime della scuola secondaria di primo grado) non sarà più obbligatoria per tutte le classi, ma riguarderà solo un campione di istituti, e sarà effettuata con l’intervento di “rilevatori esterni”. Il campione comprenderà anche classi prime e terze della scuola secondaria di secondo grado, che secondo la precedente direttiva non erano tenute a partecipare alle prove (sempre le stesse: italiano, matematica e scienze), potendovi partecipare o meno su base volontaria.
La novità è rilevante per due ragioni: in primo luogo perché – a differenza di quanto fanno altri Paesi, come la Francia e il Regno Unito – la valutazione non riguarderà tutte le scuole e tutti gli allievi, ma solo una parte. Nulla da obiettare in linea di principio: ci sono Paesi, come la Svezia, che adottano il sistema dei campioni, individuati su rigorose basi scientifiche, anche se – considerata la vasta adesione volontaria alle prove verificatasi in Italia – si sarebbe potuta valutare l’ipotesi di mantenerne il carattere universale, puntando caso mai sul miglioramento degli item e delle tecniche di somministrazione.
Il secondo aspetto di rilievo, connesso comunque al precedente, è il ricorso ai rilevatori esterni: una figura per ora indefinita, per la quale andranno chiariti i criteri di formazione e selezione.