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Insulti antisemiti del prof a studentessa, indagine del Ministero

Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha chiesto una “relazione scritta” in merito alla vicenda della frase antisemita che sarebbe stata pronunciata da una docente di matematica nei confronti di un’alunna ebrea: “Se fossi stata ad Auschwitz saresti stata più attenta”. La richiesta del ministro è stata fatta alla preside dell’istituto Caravillani, Anna Maria Trapani, la quale già il 21 gennaio aveva inviato un richiamo scritto alla professoressa, che ore si trova in malattia.

La preside, rende noto Viale Trastevere, si è detta del tutto disponibile a fornire la relazione al ministro Profumo, spiegando che in ogni caso la questione (i fatti risalgono ad ottobre scorso) non era stata sottovalutata, non solo con l’invio del richiamo scritto alla docente, ma anche attraverso un incontro con i ragazzi nel corso del quale si era discusso della vicenda.

Dal ministero dell’Istruzione è stato fatto rilevare come la relazione sarà data direttamente a Profumo, che in questi mesi si è dimostrato particolarmente attento a questi temi, ad esempio con il minuto di silenzio proposto nelle scuole italiane in occasione della strage della scuola ebraica di Tolosa o con i viaggi della Memoria ad Auschwitz.

La relazione della preside sarà poi inviata anche all’Ufficio Scolastico regionale, che a quel punto potrà prendere gli eventuali provvedimenti e sanzioni dopo un equilibrato e attento esame sulla vicenda.

Consenso verso l’operato del collega, è stato espresso dal ministro Andrea Riccardi: “Ha fatto bene il ministro Profumo ad aprire un’inchiesta. Non conosco la dinamica, pare che ci siano state delle scuse, ma siamo comunque di fronte a un fatto sconcertante, che va assolutamente stigmatizzato specie in un ambiente come quello scolastico“.

Devo dire – aggiunge Riccardi in una nota – che ho apprezzato molto la immediata e corale presa di distanza da parte degli studenti  e la loro vicinanza alla ragazza offesa, alla quale va anche tutta la mia solidarietà“.

Ammirazione per gli studenti che hanno subito solidarizzato con la studentessa offesa (tra l’altro disertando le lezioni del professore incriminato, successivamente all’episodio) è stata espressa anche dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Pacifici in particolare ha incontrato i tre che si sono resi protagonisti di questa manifestazione di indignazione, dicendo loro: “Sono commosso di fronte all’appoggio che avete dato alla vostra compagna. Mi capita spesso di andare nelle scuole per parlare di Shoah, per ricordare l’importanza della  tolleranza nei confronti del prossimo. Ma mai mi era capitato di  assistere a un fatto simile. In un periodo di crescente intolleranza antisemita, xenofoba e razzista, un episodio del genere dovrebbe essere premiato. Lo vorrei segnalare, quindi, alla Presidenza della  Repubblica affinché tutti voi abbiate il dovuto riconoscimento, affinché la cittadinanza riconosco quali sono gli esempi positivi. È facile parlare e portare sulle cronache dei giornali fatti negativi, stavolta dobbiamo dare voce a ciò che di buono c’è stato in questo vostro gesto che noi, come ebrei romani, non dimenticheremo”.

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