Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Insufficiente l’integrazione scolastica anche per gli stranieri di 2a generazione

I dati dell’Invalsi sugli apprendimenti degli studenti in italiano e matematica, pubblicati nei giorni scorsi relativamente alle classi-campione nelle scuole del 1° e del 2° ciclo, fanno emergere, tra l’altro, un quadro significativo anche per quanto riguarda gli alunni stranieri, in particolare per quelli di seconda generazione, nati in Italia da genitori stranieri.

Il fatto di essere da sempre in Italia può far pensare che, per conoscenza della lingua e della nostra cultura, i ragazzi stranieri di seconda generazione abbiano potuto conseguire livelli di apprendimento uguali a quelli dei ragazzi italiani. Non è così.

I dati Invalsi smentiscono decisamente questa ipotesi, anche se, nel corso degli anni di scolarizzazione, la forbice iniziale dei livelli di apprendimento tra loro e gli studenti italiani tende a restringersi, sia per italiano che per matematica.

Nella seconda classe della scuola primaria la percentuale di risposte esatte degli stranieri di seconda generazione è inferiore di 9,2 punti in italiano e di 8 in matematica rispetto a quella degli italiani.

Nelle successive classi considerate dalla rilevazione Invalsi la forbice si restringe gradualmente soprattutto in matematica, dove si attesta sempre sotto i 4 punti di differenza percentuale (nella secondaria di I grado è in media di 3,1-3,2 punti).

In italiano la differenza tra italiani e stranieri tende più faticosamente a decrescere (nelle classi prime della secondaria di I grado è ancora di 7 punti), ma tocca il punto di maggiore avvicinamento nell’esame di licenza dove è soltanto di 2,6 punti in meno.

Risale a 5,4 punti di differenza, sempre in italiano, nelle seconde classi della secondaria di II grado.

Una prima considerazione che emerge da questi dati è quella di una non compiuta integrazione degli stranieri di seconda generazione che, soprattutto a causa della non conseguita piena padronanza della lingua italiana, registrano livelli di apprendimento inferiori che investono no solo l’italiano ma anche altre discipline per le quali la lingua è veicolo di comunicazione.

Per inciso i dati consentono anche di rilevare la differenza dei livelli di apprendimento tra stranieri immigrati e stranieri di seconda generazione, con i primi che mediamente conseguono livelli di apprendimento percentualmente inferiori di circa 5 punti in italiano e 2,5 in matematica.

Resta confermato, dunque, che la lingua italiana è straniera per gli alunni con cittadinanza non italiana.  

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