Insegnanti dell’infanzia escluse da quota 67 per la pensione?

L’innalzamento della speranza di vita dovrebbe portare a cinque mesi in più l’anzianità richiesta per la pensione a cominciare dal 2019.

Per l’anno prossimo l’anzianità prevista rimarrà ferma, come quest’anno a 66 anni e 7 mesi. I sindacati hanno chiesto la non applicazione automatica del nuovo valore di speranza di vita, ma l’Inps, come si sa, ha messo le mani avanti affermando che la non applicazione avrebbe costi insopportabili per le casse previdenziali.

Sembra che il Governo sia orientato a ridurre di un mese o due il valore aggiunto di quei cinque mesi di maggiore anzianità a favore di undici categorie di lavoratori, tra cui, a quanto sembra, anche le insegnanti di scuola dell’infanzia.

L’esclusione da quota 67 delle undici categorie ‘salvate’ sarebbe giustificata dalla loro natura di lavoro particolarmente gravoso.

Non si può che essere soddisfatti per questo riconoscimento anche nei confronti delle maestre di scuola dell’infanzia, ma non si può non rilevare una contraddizione del sistema scolastico proprio nei confronti di questa categoria di lavoratori, l’unica tra i docenti dei diversi settori della scuola.

Se il lavoro delle insegnanti di scuola dell’infanzia, unico tra quelli di tutti i docenti, è ritenuto gravoso, perché coerentemente e conseguentemente il peso di conduzione delle sezioni non viene alleggerito rispetto alle regole attuali?

In base al DPR 81/2009 una sezione di scuola dell’infanzia può accogliere fino a 26 bambini con il limite massimo di 29, mentre una classe di scuola primaria può arrivare fino a 26 alunni con un massimo di 27.

Per la scuola secondaria di I grado la classe può arrivare fino a 27 alunni con il limite massimo di 28; nella secondaria di II grado le classi prime possono accogliere fino a 27 studenti con il limite massimo di 30.

Come si può rilevare, se la gravosità del lavoro degli insegnanti si misura sul numero di alunni da gestire nella classe, non vi è dubbio che il numero di bambini per sezione nella scuola dell’infanzia dovrebbe essere abbassato.