Inizio d’anno scolastico in festa al Collegio San Giuseppe-Istituto De Merode con il quadriportico rinnovato

Ritrovo, emozione, belle parole e anche buona musica, offerta dalla “Gerardo Di Lella Pop Orchestra”. In sintesi, il piccolo menù di una sera di festa con cui, mercoledì 11 ottobre scorso, è stato inaugurato, alla presenza della comunità dei Freres, dei professori, degli studenti e dalle loro famiglie e di numerosi amici e ospiti, il completamento del restauro del quadriportico del Collegio San Giuseppe – Istituto De Merode, una delle più antiche istituzioni formative cattoliche di Roma situata in piazza di Spagna, al centro della città, e diretta dai Fratelli delle Scuole Cristiane, congregazione di religiosi fondata nel 1680 da san Giovanni Battista de La Salle, presente in oltre 80 nazioni con istituti che vanno dalle università  alle scuole primarie e materne. 

L’intervento di ripristino del cortile interno della scuola, che ha riportato al suo splendore originario e ha restituito alla piena fruizione di studenti e insegnanti, si è svolto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali, e ha riguardato il consolidamento e il restauro del quadriportico, oltre al ripristino della facciata di vicolo Alibert. Il risultato finale è stato quello di ripresentare il cortile con l’originale aspetto del 1885 voluto dal suo realizzatore, l’architetto toscano Ciriaco Salvadori Baschieri, ispirandosi al quadriportico del Palazzo Ducale di Urbino. Da sottolineare che i lavori di restauro sono stati compiuti dall’impresa di un ex-alunno, Andrea Galone.

Luogo emblematico e centrale della vita quotidiana dell’Istituto, il quadriportico è qualcosa di più rispetto all’essere un semplice cortile. Qui avvengono gli incontri più tranquilli degli scolari delle primarie come quelli, ben più accesi, dei match della Stella Azzurra, la rappresentanza sportiva dell’Istituto. Ma qui si fa anche ginnastica e attività fisica, si prega per gli allievi caduti in guerra (ricordati da due lapidi in una delle parete laterali), si partecipa alla Messa e ad altre cerimonie religiose, si ascoltano esibizioni e concerti e si partecipa ad eventi e conferenze culturali. «Siamo molto orgogliosi di questo restauro. Il quadriportico è il simbolo della nostra scuola. È un luogo di incontro e di cultura: è il cuore stesso dell’istituto posizionato al centro della Capitale», ha affermato frère Alessandro Cacciotti, direttore del Collegio, in apertura della cerimonia condotta da un altro ex-alunno, il direttore de “La Notizia” Gaetano Pedullà, a cui sono seguiti gli interventi di ex-allievo famoso, il presidente del Coni Giovanni Malagò, e dell’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.

«In questo luogo ho vissuto storie di vita quotidiana. Venivo a scuola con piacere e mi divertivo – ha ricordato un emozionato Malagò e se ho combinato qualcosa di buono nella vita e nella professione lo devo agli insegnamenti ricevuti qui al De Merode». Articolato e brillante anche l’intervento di Gianni Letta, che ha sempre seguito da vicino “l’opera di formazione qui praticata”. Illustrate brevemente le vicende che condussero, alla fine dell’‘800, alla fondazione di due istituzioni formative romane, il Collegio San Giuseppe (ex “Scuola Trevi” ed ex “Collegio Poli”) e l’Istituto De Merode, e alla loro confluenza nel 1927 sotto un’unica denominazione in un’unica realtà oggi diretta dai Fratelli delle Scuole Cristiane, Letta ha ricordato i tanti legami che uniscono l’Istituto alla Capitale. Dagli ex alunni famosi, come lo scomparso direttore del Messaggero Pietro Calabrese, l’ex sindaco della Capitale, Ignazio Marino, e il poeta Trilussa, alla testimonianza data dall’Istituto durante il fascismo, con il rifugio e la protezione offerta a numerosi ebrei. E proprio per quest’ultimo motivo, dal febbraio 2017 è stata designata come “House of life”, “Casa di vita”, la targa assegnata dalla Fondazione Wallenberg  ai luoghi fisici e alle istituzioni che misero in sicurezza i perseguitati dall’odio razziale. Un operato silenzioso da ascrivere, tra gli altri, al direttore dell’epoca, il professor Sigismondo Ugo Barbano, proclamato a maggio di quest’anno “Giusto fra le Nazioni” e ricordato solennemente al De Merode con una cerimonia commemorativa alla presenza dei suoi familiari, delle autorità di Israele e della Comunità ebraica di Roma, degli ex-alunni salvati e degli studenti di oggi.

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