Infanzia negata: più lavoro e povertà per i minori in Italia

È stato presentato nei giorni scorsi a Roma il 5° Rapporto di aggiornamento sulla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il gruppo CRC – Convention on the Rights of the Child, che ne cura la stesura e che raccoglie 85 organizzazioni e associazioni operanti nel settore, ha fotografato, come ogni anno, a partire dai dati dell’ultimo rapporto dell’Unicef, pubblicato a fine maggio,l’immagine di una situazione critica dei minori in Italia a cominciare dal triste primato europeo ricoperto dal nostro Paese in materia di dispersione scolastica e incremento della povertà.

L’Italia supera la media europea anche per i minori a rischio povertà o esclusione sociale.

Sono 1.876.000 in minori in condizioni di povertà relativa, di cui 1.227.000 al Sud, ai quali si aggiungono 359 mila bambini che nel meridione vivono in condizioni di povertà assoluta, privi di beni essenziali per il conseguimento di standard di vita minimi.

A tali elementi si aggiunge un drammatico corollario rappresentato dall’aumento del lavoro minorile, dai crescenti episodi di sfruttamento e violenza, dalle peggiorate condizioni di salute.

Il gruppo CRC ha presentato le proprie raccomandazioni al Ministero dell’Istruzione perché sia rafforzata l’anagrafe nazionale degli studenti e siano finanziati progetti di sostegno e incentivazione allo studio. Esprime inoltre forte preoccupazione per la cancellazione del Fondo Nazionale Straordinario per i Servizi Socio Educativi per la prima infanzia e per la mancata previsione delle allocazioni delle risorse per il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.