Indire e Invalsi: la troppa fretta provoca qualche ‘dubbio’

E’ una strategia che sta prendendo forma progressivamente. Prima con la legge n. 10/2011, di conversione del decreto legge 225/2010 (cosiddetto mille proroghe), che ha ‘resuscitato’ l’Indire, poi con il decreto legge n. 70/2011 che ha istituito la “Fondazione per il merito” con la finalità di “promuovere la cultura del merito e della qualità degli apprendimenti nel sistema scolastico e nel sistema universitario”, ora con il decreto legge n. 98/2011 sulla finanza pubblica che ha, tra l’altro, previsto “ai fini dell’attuazione, nei tempi stabiliti, del disposto dell’art. 2 … della legge 29 dicembre 2010, n. 225 … i commissari straordinari dell’Invalsi e dell’Ansas avvieranno urgentemente un programma straordinario di reclutamento da concludere entro il 31 agosto 2012…. entro il limite dell’80% delle proprie entrate correnti complessive. Dalla medesima data (1 settembre 2012) è soppresso l’Ansas e ripristinato l’Indire … Per il triennio 2012/2014 le risorse finanziarie conseguenti agli interventi di razionalizzazione previsti dal presente articolo … (sono) finalizzate al finanziamento del sistema nazionale di valutazione”.

Ben venga la dotazione finanziaria e di personale, stabile e sicura per Indire ed Invalsi. Quale, però, il senso dell’operazione e le ricadute sull’amministrazione del sistema educativo?

Occorre capire se si sta legiferando per soddisfare un’esigenza reale di miglioramento della funzionalità degli organismi oppure se si tratta di creare le condizioni per un possibile prossimo intervento di riordino del sistema amministrativo, di cui ancora non sono palesi i contorni e gli obiettivi.

Quali saranno gli effetti sull’organizzazione centrale e periferica del Miur che registra difficoltà crescenti nel ‘governo’ del sistema educativo, dimostrando una limitata capacità di fare cose nuove in modo nuovo, di organizzare efficacemente l’offerta formativa, di innalzare la qualità del sistema e degli esiti formativi dei giovani, anche a causa di un progressivo e voluto vuoto di personale dirigente di ‘ruolo’, colmato da un continuo ricorso al conferimento di incarichi dirigenziali a personale ‘non di carriera’”?