Indicazioni del secondo ciclo/1. Il webinar del 30 giugno ne mette in luce la complessità

Il webinar promosso congiuntamente lo scorso 30 giugno dalle tre riviste Tuttoscuola, Scuola democratica e Nuova Secondaria sulle nuove Indicazioni (o Linee guida) riguardanti il secondo ciclo, che si può rivedere cliccando qui, ha messo in luce la complessità dell’operazione, sempre affidata alla Commissione Perla. Ricordiamo che sono intervenuti Anna Maria Ajello, Giuseppe Bertagna, Alessandro Cavalli, Fiorella Farinelli, Arduino Salatin, Benedetto Scoppola (qui una sintesi degli interventi).

Se la revisione del primo ciclo, che pure ha dato luogo a un dibattito animato (e anche polemico, come nel caso della Storia), è stata comunque agevolata dalla unitarietà del curricolo, uguale per tutti, quella relativa al secondo ciclo è destinata a riproporre alcuni dilemmi che hanno attraversato per decenni la storia della scuola italiana dopo l’unificazione della scuola media (1962).

Certo, la Commissione non può intervenire sugli ordinamenti, che in Italia sono definiti per via legislativa, ma – per fare due esempi – un conto è che faccia le sue proposte relative alle discipline del biennio (anzi, dei bienni) avendo in mente un’area comune trasversale, quasi a prolungamento degli 8 anni precedenti (se non 11, partendo dalla scuola dell’infanzia), ben altre sarebbero le proposte se invece le materie nominalmente comuni (italiano, storia, matematica, scienze ecc.) fossero rese funzionali a quelle di indirizzo, “pesando” di più o di meno a seconda dell’indirizzo.

Secondo esempio: un conto è progettare piani di studio individuali in una logica di rigorosa personalizzazione della didattica, volta a valorizzare le differenti attitudini e potenzialità dei singoli studenti, ben altro sarebbe progettare percorsi di sostegno individualizzati per consentire a tutti di raggiungere soglie minime di prestazione nelle materie previste dai piani di studio. Si ripropone qui una antica disputa (che afferisce però anche a un fondamentale dilemma pedagogico, e anche politico) tra personalizzazione e individualizzazione.

Una disputa che in passato, semplificando molto, aveva visto la destra liberal-moderata favorevole alla prima, a sostegno della massima libertà formativa degli individui, la sinistra a favore della seconda, in difesa del principio di uguaglianza delle opportunità. Ma oggi la rivoluzione digitale in corso sta cambiando radicalmente i termini della questione, favorendo entrambe le soluzioni. A questo punto spetta all’autorità politica di dare un orientamento a chi lavora sulle Indicazioni del secondo ciclo.

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