E’ stato siglato il protocollo di Intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte e l’Agenzia delle Entrate, Direzione Regionale del Piemonte sul tema “Educare i contribuenti di domani al finanziamento del servizio pubblico per il benessere collettivo. Favole e lezioni didattiche dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate”.
Il Protocollo istituzionalizza, a distanza di circa 10 anni dalle prime iniziative sperimentali avviate in Piemonte, una significativa collaborazione fra i due enti, che si estrinseca in comunicazioni adeguate alle diverse età degli studenti.
Il direttore generale del Miur in Piemonte Luigi Catalano ha spigato che “i risultati positivi ci hanno indotto a rendere strutturale e sistematico il progetto in modo che le scuole dell’autonomia possano disporre di un efficace strumento per la programmazione delle azioni di formazione e di educazione civica dei propri allievi.
Vogliamo dare sempre di più agli studenti – ha aggiunto Catalano – la possibilità di comprendere il funzionamento delle istituzioni che governano il Paese per costruire il senso di appartenenza, nell’ottica di educare alle regole della democrazia e alla consapevolezza dei diritti e dei doveri.
L’accordo ha lo scopo di favorire, nel più ampio quadro dell’educazione alla legalità, la crescita dell’educazione civica fiscale. Esso si concretizzerà parlando agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado con favole e lezioni didattiche, nell’ambito dei percorsi formativi, di tematiche fiscali.
L’educazione civica fiscale mira a far conoscere il fisco, affinché, i contribuenti di domani, non subiscano la contribuzione fiscale solo come un pesante adempimento, ma la vivano come un dovere sociale per il finanziamento dei servizi pubblici.
“Ai giovani si deve insegnare – ha detto il direttore dell’Usr del Piemonte – che per vivere meglio non si può prescindere dai doveri del buon cittadino e che il benessere collettivo dipende anche dall’educazione civica fiscale. Bisogna insegnare i principi dell’economia per far capire che i servizi che lo Stato eroga possono essere di livello soltanto se ognuno contribuisce in rapporto alle disponibilità”.
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