In media ogni italiano spende mille euro nelle sale da gioco

È in linea da questa mattina sul sito del governo l’annuale relazione al che il governo presenta al Parlamento sulle tossicodipendenze nel nostro Paese. È possibile leggere e scaricare Il documento dal sito del governo http://governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=64106.

Dalla relazione che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia e al contrasto delle tossicodipendenze, Carlo Giovanardi, e il capo Dipartimento antidroga, Giovanni Serpelloni hanno presentato, emerge come nel 2010 il numero dei consumatori occasionali e abituali di droghe sia diminuito del 25,7% rispetto al 2008.

Le percentuali di consumo, relativamente alle diverse sostanze, sono tutte inferiori all’1%, tranne per la cannabis che ha visto un incremento d’uso dello 0,6% per parlare solo dei giovani tra i 15 ei 19 anni.

Umbria, Basilicata, Trentino Alto Adige e Liguria, sono tra le regioni con la più alta percentuale di utenti in trattamento per uso di eroina. Lombardia, Sicilia, Campania e Valle d’Aosta sono invece quelle con il più alto numero di pazienti in carico per dipendenza da cocaina.

Il Dipartimento politiche antidroga lancia l’allarme sulla dipendenza dal gioco, dai videopoker alle slot machines. «Le sale da gioco in giro per le nostre città sono troppe – ha detto Giovanardi – e si sono giocati circa 70 miliardi di euro, come se ogni italiano, neonati compresi avesse giocato 1000 euro» e ha quindi proposto un divieto della pubblicità su queste nuove forme di gioco e un monitoraggio da effettuare in sinergia con le associazioni di denuncia del fenomeno.

Il rapporto rileva una diminuzione del 4,7%degli ingressi in carcere per droga sia di assuntori abituali che occasionali. Il numero di persone che hanno beneficiato degli affidamenti in prova è aumentato del 24,9%, dai 2.022 nel 2009 ai 2.526 del 2010. La popolazione dei tossicodipendenti in carcere è quasi esclusivamente di genere maschile e nazionalità italiana.

La legge ha un’importanza sociologica, ha specificato Serpelloni «in quanto crea disapprovazione sociale nel consumo di stupefacenti che ha gran effetto soprattutto nei giovani» e «le campagne d’informazione e prevenzione messe in atto dal nostro dipartimento servono ad aumentare la consapevolezza sul problema della droga».