In marcia verso le RSU, nuova legge permettendo

Proprio mentre si annunciano segnali si soppressione per legge delle RSU nelle scuole, secondo quanto prevede una proposta legislativa attualmente in discussione in Commissione istruzione della Camera, è cominciata in questi giorni la procedura elettorale per il rinnovo delle RSU d’istituto elette tre anni fa, che si concluderà a dicembre con le votazioni in tutte le scuole.
Come è noto, la RSU è un organo di rappresentanza sindacale formalmente autonomo dai sindacati tradizionali, ma in effetti essa nasce da liste presentate proprio dagli stessi sindacati. L’elezione a suffragio universale fa sì che gli eletti rispondano solamente ai propri elettori, cioè al personale dell’istituzione scolastica in cui si insediano. Non esistono pertanto RSU con targa sindacale, ma il cordone ombelicale che le lega ai sindacati presentatori delle liste vincenti è forte.
Quella del 2000 fu la prima elezione del genere e servì anche a misurare le forze sindacali in campo. I risultati definitivi si conobbero inspiegabilmente soltanto nel 2002, ma fin dall’inizio si seppe che era stata la Cgil-scuola a vincere questa sfida elettorale.
Quel voto aveva anche un altro valore: quello di determinare, insieme al numero degli iscritti, il tasso di rappresentatività per essere ammessi alla contrattazione nazionale (minimo 5%) e all’assegnazione dei distacchi sindacali.
La Cgil-scuola superò i 205 mila voti (26,4%), seguita con quasi 177 mila dalla Cisl-scuola (che comunque detiene il maggior numero di iscritti).
Al terzo posto lo Snals con poco più di 142 mila voti, seguito dalla Uil-scuola con oltre 93 mila.
La Gilda con oltre 83 mila voti pari al 10,7% raggiunse, grazie anche al tasso associativo, il livello minimo richiesto (5% di rappresentatività) per partecipare alla contrattazione nazionale (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_122-3.doc).