Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Impronte pro e contro: ma non siano un marchio…

Secondo il ministro dell’Interno Roberto Maroni “il riconoscimento attraverso le impronte digitali serve a garantire i minori non certo a discriminarli. Lidentificazione con una semplice fotografia sul documento in effetti non è sufficiente. Spesso i genitori disconoscono i propri figli, cambiano loro identità“. E soprattutto non li mandano a scuola, preferendo addestrarli ai piccoli furti o all’ accattonaggio.

Malgrado le polemiche, immediatamente esplose, Mariastella Gelmini ha condiviso la tesi del ministro dell’interno, chiedendone anzi l’applicazione prioritaria nel settore della scuola, dove l’evasione dell’obbligo è un fenomeno estremamente diffuso tra i rom. E non ha fatto marcia indietro neppure dopo il duro attacco lanciato dalla rivista cattolica Famiglia Cristiana al provvedimento di Maroni, definito senza mezzi termini una “indecente proposta razzista“.

“Non voglio più lasciare soli questi bambini che di fatto vivono in uno stato di abbandono”, ha detto Gelmini. “Sono almeno 23.000 i minori rom che ogni giorno mancano all’appello delle maestre. Il 66% dei minori rom non è mai andato in classe. Darò un’istruzione a questi 23mila bambini“. E in polemica con Famiglia Cristiana, la cattolica Gelmini ha detto che “non può dirsi cattolico o attento chi fa finta di non vedere che i bambini rom non vanno a scuola e vengono invece utilizzati per l’accattonaggio“.

In effetti, stando alle iniziative finora attuate in alcune città, tra cui Roma e Milano, non di una schedatura sembra trattarsi, ma di un normale censimento, realizzato d’accordo con le famiglie interessate, finalizzato anche (ma non solo) all’identificazione certa dei bambini in età da obbligo scolastico. La rilevazione delle impronte può intervenire in caso di reato: anche il rifiuto di fornire le generalità, o l’esibizione di false generalità, o la stessa evasione dell’obbligo sono reati. Ma lo sono per tutti i cittadini, non solo per i rom e i sinti. Insomma, non sono un “marchio”…

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