Il voto di condotta o di “di comportamento”: c’è relazione con la formazione spirituale?

Tra le novità inserite nel testo del disegno di legge Moratti ce n’è una che prelude chiaramente al ripristino del voto di condotta: l’art. 3, comma 1, punto a) prevede infatti che i docenti degli istituti di istruzione e formazione effettuino la “valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli allievi”. Un passo indietro? Uno avanti? Il dibattito è aperto.
Vale la pena fermarsi e ragionare: la nozione di “comportamento”, non è un novità, è sempre stata molto discussa dagli educatori: essa potrebbe, infatti, essere interpretata sia come capacità di autocontrollo in classe e nei rapporti interpersonali, oppure, estensivamente, comprendendovi anche le azioni collegate, per esempio, a scelte e iniziative di carattere politico o culturale. Ma ciò che preoccupa forse un po’ di più è che essa potrebbe addirittura essere posta in relazione con un altro punto del disegno di legge (art. 2, punto b), che prevede che siano “favorite la formazione spirituale e morale, lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale e alla civiltà europea”.
A questo punto, una domanda: contestare, o mettere in discussione, questi riferimenti, per esempio quello che riguarda la comunità locale o la “civiltà” europea, da parte di un allievo, costituirà un fatto rilevante ai fini della valutazione del suo “comportamento”? E ancora: che cosa si intende esattamente con “formazione spirituale e morale”, a chi sarà affidata la relativa attività didattica? Ci sarà un modello di riferimento unico? Come valutarne i risultati?
Come saranno valutati atteggiamenti e comportamenti non conformisti?
Perché, infine, si è deciso (all’ultimo momento) di parlare di “civiltà” europea – termine che come è noto si presta ad equivoci – anziché di “cultura” europea, che è un termine più neutrale ed accettabile anche per i non europei? Cosa ne pensano i parlamentari che dovranno licenziare il testo di legge?
Ricordiamo che nel sondaggio condotto dall’ISTAT, in vista degli Stati generali di dicembre, la valutazione del comportamento è stata reclamata massicciamente dalle famiglie (97%), dai docenti (94%) e dagli stessi studenti (89%).
E c’è di più. È risultata molto forte anche la richiesta di considerare la “condotta” per un’eventuale bocciatura. La vuole il 65,4% delle famiglie, il 62,4% dei docenti e il 59,1% degli studenti.