Il trend a ‘U’ della dispersione è confermato in tutte le aree del Paese

Esaminando il dato della dispersione scolastica per Regione, è impressionante notare che il trend a “U” della dispersione negli ultimi anni (ossia decremento costante fino all’elevamento dell’obbligo nel ’99 e poi stabile incremento) si è ripetuto in tutte le aree geografiche del Paese.
Ricordiamo che l’indice di dispersione è stato calcolato rapportando il numero degli iscritti nelle scuole statali al primo anno di corso di scuola secondaria superiore al numero di iscritti 5 anni dopo all’ultimo anno di corso. Può essere un indice imperfetto (non tiene conto ad esempio dei passaggi alla scuola non statale), ma altamente significativo nell’analisi del trend.
Il quinquennio “virtuoso” (cioè con minore dispersione) è stato il 1998/99 – 2002/03, l’ultimo senza i nuovi obbligati del 1999. I quinquenni successivi sono stati ovunque peggiori e tutti in aumento (la sola eccezione viene quest’anno dalle regioni del Centro che hanno ridotto di quasi mezzo punto la dispersione dello scorso anno).
Le regioni del Nord Ovest (Lombardia, Liguria e Piemonte) sono risalite quest’anno a quasi il 36% di dispersione (sono a scuola solamente 64 dei 100 studenti presenti cinque anni fa in prima).
Da segnalare anche quanto accaduto in Lombardia: la dispersione è passata dal 38 al 32% l’anno prima dell’introduzione dell’obbligo e ora è risalita al 37%.
Va peggio nelle Isole (quasi il 39,5% di dispersione).
Molto meglio, se pur tendenti all’aumento, le regioni del Nord Est e del Centro, in pari situazione di dispersione di poco superiore al 28%.