Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il sostegno che non c’è: inclusione a rischio

In materia di trattamento scolastico delle persone con disabilità Tuttoscuola ha puntualmente denunciato e documentato negli anni la contraddizione tra una legislazione tra le più avanzate al mondo e l’inadeguatezza delle misure volte tradurla in pratica, tra cui il sistematico ritardo nella nomina degli insegnanti di sostegno, la loro instabilità e la difficoltà nel formarli in numero sufficiente a far fronte all’enorme aumento della domanda (quest’anno ne potrebbero servire oltre 170.000). Un tema approfondito anche nella prima puntata della nuova annata del progetto culturale “La scuola che sogniamo”, pubblicata nel numero di ottobre 2020 del mensile Tuttoscuola e dedicata alla scuola “su misura”, centrata sulla personalizzazione e sulle strategie didattiche inclusive.

Il lockdown di quest’anno ha peggiorato la situazione perché gli alunni con disabilità non hanno quasi mai potuto fruire dell’insegnamento a distanza (DaD), e malgrado l’ammirevole impegno di molte scuole e insegnanti è prevedibile che la Didattica Digitale Integrata (DDI) incontrerà analoghe difficoltà, anche perché, come ha osservato il direttore della FGA, Andrea Gavosto, in un articolo su Repubblica, di fatto è stato quasi sempre eluso il principio base dell’inclusione che richiede “il completo coinvolgimento di tutti i docenti della classe”.

Non è un caso che quando il coinvolgimento c’è stato, come in una sperimentazione realizzata in Trentino, “i risultati sono stati incoraggianti, con benefici per gli allievi disabili”, e anche per i loro compagni di classe. Secondo Gavosto occorre andare verso “un modello dove un minor numero insegnanti di sostegno, tutti però altamente qualificati, sappia guidare e coinvolgere in nuove pratiche inclusive i colleghi curriculari, a loro volta responsabilizzati, incentivati e adeguatamente formati.

Ma la prospettiva di un aumento della DDI rende indispensabile anche un maggiore coinvolgimento delle famiglie. I genitori, nei giorni del Covid-19, hanno dovuto di colpo riadattarsi a svolgere un ruolo educativo che nel tempo era stato del tutto delegato alla scuola. Se svolgere questo ruolo in qualche modo complementare a quello degli insegnanti è stato impegnativo per tutti i genitori, lo è stato ancora di più per quelli con figli con problemi di disabilità certificata. Sarebbe utile e importante prevedere forme organiche di consulenza e aiuto alle famiglie. In Gran Bretagna esistono siti specializzati che lo stanno facendo. Segnaliamo qui uno dei più completi, specializzato nel settore dell’autismo, visitabile cliccando sul seguente indirizzo: https://www.autismparentingmagazine.com/autism-resources-parents/.

 
 
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