Il sindaco di Adro festeggia il Risorgimento con tricolore e inno di Mameli

Il sindaco di Adro, famoso per i suoi soli delle Alpi, apposti all’interno e all’esterno del nuovo polo scolastico della cittadina bresciana, è ritornato in questi giorni agli onori delle cronache per due motivi contrapposti.

Il primo ha riguardato proprio l’“eclissi dei soli”, come ha titolato un quotidiano locale, perché il giudice del tribunale di Brescia, che aveva aperto un fascicolo contro il primo cittadino di Adro per una denuncia della Cgil, ha riconosciuto che tutti i 700 simboli leghisti sono stati rimossi dall’edificio.

La seconda notizia riguarda le celebrazioni del 150° che la cittadina di Adro ha vissuto in modo non molto unitario, visto che il sindaco non ha aderito alle richieste di festeggiamenti venute da associazioni varie, ma ha preferito procedere in proprio, festeggiando il Risorgimento nel ricordo dei fratelli Dandolo sepolti ad Adro.

Enrico e Emilio Dandolo – ha dichiarato il sindaco Lanci – sono eroi risorgimentali e questo non deve essere dimenticato, né tanto meno può essere messo in second’ordine. Perché io, sindaco, pur essendo della Lega Nord, non posso non ringraziare chi allora è morto per l’Unità d’Italia. Io rispetto il tricolore perché c’è gente che è morta per quello. La contestazione che la Lega Nord fa è all’Italia di oggi e non a quella d’allora”.

Il sindaco ha deposto corone e fiori alla cappella Dandolo, nel cimitero, al monumento dei caduti e nel parco Rimembranze, in via Dandolo. I cittadini di Adro sono stati invitati dal sindaco ad esporre il tricolore. Durante la commemorazione è stato suonato l’Inno di Mameli.

Non c’è che dire: il sindaco di Adro riesce, comunque, a stupire e far parlare di sé.