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Il sindaco di Adro colpisce ancora. Carne di maiale alla mensa anche per gli islamici

Il dinamico sindaco di Adro non finisce di stupire per i suoi interventi nella vita della scuola locale. L’anno scorso le cronache si erano occupate di lui per la decisione di non ammettere alla mensa scolastica gli alunni non in regola con il pagamento (anticipato) dei pasti.

Quest’anno, dopo la recente iniziativa dell’edificio scolastico tappezzato di sole delle Alpi (che il sindaco si ostina a considerare non emblema di partito) e dopo averlo intitolato a Gianfranco Miglio (una scelta che spettava alla scuola anziché a lui), il sindaco ha cambiato le regole per la fruizione dei pasti da parte degli alunni con una novità di rilievo.

Nelle nuove regole ha imposto il divieto di menu alternativo alla carne di maiale se non per motivi di salute, documentati con certificato medico. Se qualcuno non vuole mangiare carne di maiale per motivi religiosi, sembra abbia detto il primo cittadino di Adro, vada a mangiare a casa sua.

Poiché Adro, come per l’intera provincia di Brescia, accoglie molte famiglie straniere, è molto probabile che saranno numerosi gli alunni islamici obbligati a fruire della mensa (nella scuola dell’infanzia e nella scuola a tempo pieno) e a trovarsi settimanalmente nel piatto carne di maiale a loro interdetta per motivi culturali e religiosi.

Già lo scorso anno il sindaco aveva affermato, a proposito della fruizione dei pasti, che gli alunni non hanno l’obbligo di servirsi della mensa e quindi, non volendo o potendo pagare, avrebbero potuto andarsene a casa. Una possibilità che evidentemente prevede anche per chi non voglia consumare carne di maiale.

A parte il fatto che nel tempo pieno, a differenza del tempo normale, la mensa è obbligatoria per gli alunni e quindi non è consentito esserne esclusi (se non per ragioni di salute certificate), la decisione assume una rilevanza notevole, perché intenzionalmente crea una discriminazione nei confronti di alunni di altra cultura.

La gravità della decisione è dimostrata anche dalla presa di posizione dell’Ucooi, l’Unione delle comunità islamiche in Italia, che si è rivolta al presidente Napolitano contro una provocazione vieppiù odiosa in quanto discrimina i futuri cittadini italiani, bambine e bambini musulmani che a decine e decine di migliaia stanno crescendo in questo nostro Paese. Sarebbe davvero esiziale per la serena convivenza tra i diversi che costituisce vanto e ricchezza della democrazia se domani serbassero in cuore un triste sentimento di esclusione e discriminazione”.

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