Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il referendum sulla legge 40 e la scuola

E’ giusto parlare del referendum sulla procreazione medicalmente assistita a scuola? Vi si può fare propaganda per il sì o per il no, o per il non voto? Si può farlo con gli allievi? Lo possono fare i docenti di IRC? Domande alle quali non si è data risposta in via né ufficiale né ufficiosa, anche perché non risulta che ci siano state particolari forzature in un senso o nell’altro.
Comunque domenica prossima e lunedì molte scuole ospiteranno le urne per una votazione, quella relativa ai quattro quesiti posti dai proponenti del referendum sulla legge n. 40. E le scuole, come sempre, saranno il luogo fisico nel quale sarà ancora una volta esercitato uno dei diritti fondamentali in una democrazia, il diritto di voto, come viene spiegato agli allievi nelle ore di educazione civica, o di “educazione alla convivenza civile”, come vuole la riforma Moratti.
Ma questa volta la votazione avviene su una materia delicata, che divide trasversalmente molte forze politiche e anche i sindacati, che si sono infatti mossi con cautela, soprattutto quelli della scuola.
Solo la FLC-CGIL, ma senza toccare il tema del rapporto tra gli insegnanti e gli allievi, ha invitato i propri aderenti a “diffondere informazione almeno nei nostri luoghi di lavoro” su una legge giudicata “oscurantista“, e ha pubblicato una serie di materiali di illustrazione del punto di vista dei sostenitori dei 4 sì. La UIL scuola, che pure ha una lunga tradizione di impegno sui temi dei diritti civili e della laicità, non ha preso posizione nel suo sito, almeno finora. Così la CISL scuola e lo SNALS, e la Gilda. E d’altra parte non risulta che gli insegnanti di IRC siano “scesi in campo”. Meno male. L’argomento, che pure ha implicazioni etico-filosofiche di notevole interesse anche dal punto di vista educativo, non è entrato per fortuna nel tritacarne delle accuse e delle strumentalizzazioni reciproche. E’ prevalso il senso di responsabilità. Non era scontato.

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