Il quadro in chiaroscuro dell’edilizia scolastica/1

Le scuole che si trovano in aree a rischio industriale o in prossimità di elettrodotti sono quasi raddoppiate rispetto all’anno scorso e resta preoccupante il quadro degli edifici scolastici che si trovano in prossimità di fonti di inquinamento, quali aree industriali (8,85%), antenne radio televisive (6,91%), strutture militari come polveriere e radar (1,89%), aeroporti (1,53%), discariche (0,56%) ed elettrodotti ad alta tensione (4,34%). Aumenta anche il numero di scuole che si trovano a meno di 60 metri da distributori di benzina (1,30%), preoccupante fonte di benzene e di pericolo incendio. Rimane costante la quota di scuole esposte ad inquinamento acustico (2,37%) o troppo vicine ad autostrade (1,13%).
Sono dati tratti da “Ecosistema scuola 2004”, l’indagine di Legambiente sullo stato di salute delle strutture della scuola dell’obbligo. E i motivi di preoccupazione per l’edilizia scolastica non finiscono qui.
Più di 2 scuole su 10 si trovano in zona sismica (valore da ritenersi sottostimato, dato che molte amministrazioni comunali non dispongono di una mappatura completa del rischio ambientale).
Ancora troppo diffusa è la presenza di amianto, che raggiunge circa il 15% degli edifici scolastici. A Genova i casi di amianto certificato sfiorano il 30%, a Torino il 24%. E a La Spezia i casi di amianto sospetto nelle scuole arrivano al 46%.
L’azione di bonifica ha riguardato quest’anno solo il 7% dei casi certificati. Inoltre, denuncia Legambiente, del tutto sottovalutata è la presenza di radon, un inquinante che ancora non è entrato nell’attenzione degli organismi preposti alla salute pubblica. Gli unici Comuni che dichiarano di avere effettuato anche delle opere di bonifica dal radon sono Napoli e Udine.