Il primo decreto per la riforma/1: un rinvio imprevisto

Dovrebbe essere discusso in Consiglio dei ministri venerdì prossimo 16 maggio, e forse approvato, lo schema del primo decreto legislativo per l’attuazione della riforma Moratti.
Come anticipato da TuttoscuolaNEWS (v. n. 102 del 5 maggio), il decreto era stato inserito nell’ordine del giorno del Consiglio di venerdì scorso, ma alla fine non se ne è fatto nulla. La nostra anticipazione aveva peraltro messo in allarme il mondo della scuola, e in particolare i sindacati, che si aspettavano di essere prima coinvolti.
Sul perché l’approvazione del decreto sia slittata non c’è chiarezza. C’è la versione ufficiale del ministro Moratti, che ha spiegato il rinvio con l’assenza del premier Berlusconi, che invece ci teneva ad essere presente all’esame del provvedimento. Si è pensato anche che il prolungarsi della discussione a Palazzo Chigi sulla Sars abbia impedito la trattazione del provvedimento sulla scuola.
Ben diversa la tesi del responsabile scuola della Margherita Giovanni Manzini, secondo il quale le ragioni del rinvio “vengono dall’opposizione del Tesoro, che considera il provvedimento privo di copertura finanziaria, e dalla contrarietà dell’Udc a introdurre la figura del maestro prevalente”.
Quali che siano i motivi, l’imprevisto rinvio dell’esame dello schema di decreto pone ora più di un dubbio sulla possibilità che il decreto venga approvato in tempo utile per il prossimo anno scolastico, anche se proprio dal decreto dipende l’avvio della riforma per i primi due anni di corso della scuola primaria. Vediamo come e perché.