Il nuovo PON 2014-2020. La svolta necessaria

Il nuovo Programma Operativo Nazionale (PON) “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” per il periodo 2014-2020 stanzia oltre 3 miliardi di euro per il potenziamento dell’offerta formativa, il rafforzamento delle competenze degli studenti, l’innovazione degli ambienti di apprendimento e della didattica.

Un’importante novità, rispetto al passato, è costituita dal fatto che tali risorse (un miliardo in più rispetto al PON precedente) non sono più concentrate nelle sole Regioni in ritardo di sviluppo (nel 2007-2013 erano Campania, Puglia, Sicilia, Calabria), ma vengono distribuite sull’intero territorio nazionale. Saranno coinvolti 3 milioni di studenti, 200.000 adulti, 250.000 fra docenti e membri del personale della scuola e quasi 9.000 istituti scolastici, come è stato annunciato venerdì scorso a Roma nella conferenza stampa di presentazione del nuovo Programma.

Oltre due miliardi, comunque, andranno alle Regioni meno sviluppate (le quattro citate più la Basilicata), che quindi non subiranno riduzioni rispetto al PON 2007-2013.

Circa 2,2 miliardi, finanziati dal Fondo Sociale Europeo (FSE), saranno utilizzati per lo sviluppo delle competenze chiave e delle competenze trasversali degli alunni, il potenziamento delle competenze dei docenti e del personale della scuola, l’integrazione degli studenti, l’alternanza scuola-lavoro, l’istruzione degli adulti, l’internazionalizzazione delle scuole, mentre i circa 800 milioni finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) saranno investiti in edilizia scolastica, potenziamento degli ambienti digitali e dei laboratori professionalizzanti, innovazione tecnologica.

Queste risorse si aggiungono a quelle previste dalla legge 107/2015, quantificate dal ministro in 16 miliardi complessivi fino al 2020. I numeri – quasi 20 miliardi – sono “imponenti”, come li ha definiti la stessa Giannini. Si tratterà però di capire, soprattutto per quanto riguarda le Regioni storicamente destinatarie dei Fondi europei, se si determinerà quella svolta nei risultati che finora non si è verificata, salvo che in alcuni casi di eccellenza, rimasti purtroppo isolati. Una svolta necessaria.