Il messaggio delle Olimpiadi per l’integrazione tra i popoli e le culture/2

Sport e scuola, due soggetti che iniziano a stare insieme per i giovani stranieri e che potrebbero andare a confezionare lo “ius scholae”, l’elemento che potrebbe offrire maggiori garanzie per conferire la cittadinanza a giovani perlopiù nati in Italia che hanno frequentato sicuramente il primo ciclo di istruzione, risolvendo il problema dell’apprendimento della lingua italiana, ma anche costruendo una propria cultura e personalità in coerenza con i valori della nostra comunità, della Costituzione, amando la nostra Patria, così come vogliono i nuovi orientamenti sull’educazione civica.

E’ opinione diffusa che lo ius scholae sia un buon compromesso rispetto alla situazione attuale, che costringe un giovane ad un parcheggio troppo lungo, fino alla maggiore età, senza diritti, che oggi vengono esercitati in tempi sempre più precoci, creando discriminazioni tra chi ormai si sente simile in tutto agli italiani e per questo cittadini di questo Paese. Sul tema sono state presentate proposte di legge bipartisan (Polverini, Boldrini) che però non sono andate in porto, per disinteresse della politica nel suo insieme che non ha chiarito al suo interno il valore dell’intervento lasciandolo così preda dell’ondeggiante sistema dei rapporti di forza, a fronte del 72% degli italiani che hanno espresso al CENSIS il proprio consenso (2013). Oggi forse sull’onda della sensibilizzazione operata dalle olimpiadi il tema è tornato di attualità ed è stato ripreso sia da Forza Italia sia dal Partito Democratico e da altre forze di opposizione. Discutere sul numero di anni di frequenza sembra ozioso se non si vuole ancora trovare qualche scusa per fare marcia indietro.

E poi mettere la scuola a baluardo dell’integrazione significa valorizzare una realtà, quella educativa, da anni impegnata su questo fronte con successi che si possono registrare anche sul versante della qualità della formazione. E’ infatti l’educazione che offre la garanzia per la costruzione di una cittadinanza impegnata per lo sviluppo della società. Ciò che è stato fatto fino a qui da dirigenti e docenti va sostenuto e potenziato ed ampliato ai minori non accompagnati che parcheggiano in mano alle prefetture. Anche quest’anno gli studenti caleranno e solo i giovani di origine straniera potranno assicurare una certa base che potrà andare incontro alle esigenze del mercato del lavoro. Il pericolo è che la nostra comunità nazionale tenda a rinchiudersi alla ricerca di un’identità statica, che non è più interessante nemmeno per i giovani italiani, i quali non vogliono guardare all’indietro, ma aprirsi ad altri popoli ed altre culture.

L’ingresso degli immigrati fa fare un salto di qualità al nostro sistema scolastico, che come è stato precisato in alcuni documenti dello stesso ministero dell’istruzione, va verso l’internazionalizzazione. 

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