Il Master Plan deve trovare un percorso attuativo sicuro

Uno degli aspetti di maggiore criticità del riordino e del potenziamento degli istituti tecnici e professionali investe, anche, la formalizzazione dei provvedimenti attuativi del disposto legislativo, che è affidata ad un semplice regolamento ministeriale.
L’assenza dell’intervento della Conferenza Unificata, del parere del Consiglio di Stato e il ricorso ad un regolamento di natura ministeriale sono elementi rilevanti che appaiono in contrasto con la competenza legislativa concorrente ed esclusiva delle Regioni.
Il Titolo V, parte seconda della Costituzione postula viceversa una interlocuzione Stato-Regioni cooperativa all’interno di un quadro di regole che dovrebbe consentire al Governo di assumere decisioni di sistema ed alle Regioni la possibilità di incidere sui contenuti del processo decisionale per concorrere così alla costruzione di politiche formative comprese e condivise.
In questa situazione trovare degli equilibri non è tanto un problema di interpretazione quanto una questione di scelte politiche, che presuppongono la soluzione di un tema più vasto e cioè la definizione della nuova configurazione dei rapporti Stato-Regione, nella quale sia chiaro chi fa che cosa.
In questo quadro complesso ed articolato deve trovare giusta attenzione e considerazione politica l’avvio, come previsto dal Master Plan, di un procedimento che attraverso la ricognizione dell’esistente, consolidi la volontà di procedere alla riorganizzazione del sistema scuola in coerenza con il Titolo V della Costituzione.
Questo lavoro deve essere accompagnato dalla consapevolezza che il nuovo quadro di allocazione di competenze tra Stato, Regioni e autonomie territoriali e funzionali presenta rischi ma anche grandi opportunità. E’ compito prioritario dei soggetti coinvolti contenere i rischi ed accrescere le opportunità.