Il lento declino del sindacalismo autonomo nella scuola/2. Il trend dello Snals

Concentriamo la nostra attenzione sulla situazione del maggior sindacato autonomo della scuola italiana, lo Snals.

In occasione delle prime elezioni per le RSU, nel lontano 2000, lo Snals ebbe il 18,7% dei voti validi. Nelle elezioni del 2003 scese di quasi due punti in percentuale fermandosi al 17,0%. Tre anni dopo, nel 2006 ottenne il 16,9% di consensi. Ora, dati ufficiosi, dovrebbe essere sceso al 14,3%.

Se oltre ai dati elettorali che fanno registrare un lento e costante declino di consensi, con oltre 4 punti in percentuale in meno, si guarda la percentuale di sindacalizzazione, cioè il dato degli iscritti, si ha una ulteriore conferma dell’andamento.

In valori assoluti, secondo le rilevazioni ufficiali dell’Aran, lo Snals ha fatto registrare un continuo, se pur contenuto, aumento del numero di iscritti con delega. Ma, per effetto del generale aumento di sindacalizzazione della categoria, l’aumento è stato maggiore negli altri sindacati, tanto che, alla fine, la percentuale di iscritti allo Snals, rispetto al totale registrato per tutti i sindacati, è scesa dal 25,64% del 2000, al 25,58% del biennio 2004-05, per toccare il 20,56% nel biennio 2008-09 (ultimo dato registrato dall’Aran).

Una percentuale di consensi vicina al 15% e di iscritti intorno al 20% restano numeri di tutto rispetto, che identificano un grande sindacato della scuola. Ma non c’è dubbio che il trend è in discesa.

Nel 2000 lo Snals era il secondo sindacato per numero di iscritti, dopo la Cisl-scuola; quest’anno, nelle elezioni RSU è diventato il quarto sindacato, dopo i tre confederali, che certamente dispongono di una maggiore potenza di fuoco in termini di organizzazione e risorse.

Forse erano i risultati raggiunti ai tempi di Nino Gallotta ad essere veramente straordinari e dunque difficili da mantenere nel lungo periodo?