Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il fallimento della scuola multiculturale tedesca. Un insuccesso che fa pensare

A Berlino 10 anni fa il provveditore agli studi aveva voluto sperimentare una scuola modello, la Eberhard-Klein-Schule, un istituto tecnico multiculturale: metà tedeschi e metà stranieri.
Aveva laboratori per l’arte e la musica, officine tecniche, una bella biblioteca, abbondanza di insegnanti, programmi sperimentali.
Oggi in quell’istituto – come ha riferito in un ampio reportage “La Stampa” di venerdì 10 giugno – non c’è neanche uno studente tedesco. Gli ultimi cinque se ne sono andati su consiglio dello stesso preside dell’istituto: erano diventati loro gli stranieri.
Gli altri tedeschi se ne erano andati da tempo, da quando gli standard di insegnamento dell’istituto si erano abbassati sempre più per consentire agli stranieri di adeguarsi.
Ad uno ad uno i ragazzi più preparati se ne sono andati tutti“. La scuola poteva offrire solo classi di livello sempre più basso.
Gli insegnanti tedeschi si sentono abbandonati anche dai tedeschi progressisti e che votano a sinistra, i quali cambiano quartiere per non mandare i figli in una scuola multietnica, perché “hanno paura che non possano progredire come dovrebbero, che i programmi vengano rallentati o ridotti per tenere il passo dei più sfavoriti“.
L’esperienza tedesca deve far riflettere sui modi per realizzare anche da noi un’integrazione seria.
Una prima questione che emerge dal servizio giornalistico è il gap linguistico che impedisce a molti stranieri di accedere alla pari agli insegnamenti. Sembra essere, dunque, questa la priorità, lo snodo per rendere possibile l’integrazione: investire sull’apprendimento linguistico, precocemente se possibile, e continuativamente.

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