Il doppio maestro unico ridimensiona la valenza educativa della riforma?

Se, in nome dell’autonomia delle scuole, il maestro unico sarà doppio in due classi parallele, che ne sarà delle idee di valenza pedagogica che ne hanno accompagnato il lancio mesi fa?

Si è parlato allora di maestro “unico” prevalente, ma se, secondo le determinazioni autonome, avrà un orario uguale a quello del maestro unico dell’altra classe (11+11 ore di qua e 11+11 di là), non potrà essere un docente prevalente, sarà soltanto paritetico.

Si era parlato di lui come punto di riferimento per gli alunni della classe e delle famiglie, con funzione e responsabilità educative primarie. Ma, se i docenti saranno due con pari orario e pari peso di docenza, chi dovrebbe essere punto di riferimento per le famiglie e tutor per gli alunni?

Si era parlato di funzione di coordinamento della mini-squadra dei docenti della classe, ma come si farebbe ad essere coordinatore? Lo si assegna al docente dell’ambito linguistico come si fa con il docente di lettere nelle scuole medie?

Non sappiamo se il ministero, nel definire compiutamente l’atto di indirizzo attualmente all’esame del Cnpi, vorrà chiarire la questione. Se vorrà affermare, cioè, tra i requisiti del maestro unico, autonomamente definito, i principi inderogabili del tutor (docente prevalente, coordinatore, referente educativo), limitando quindi le soluzioni organizzative alla pari del doppio maestro unico.

In caso diverso, avrebbero buon gioco i critici a classificare quella del maestro unico come soltanto una pseudo-riforma fatta per mascherare l’operazione di taglio di organico.