Il destino dell’istruzione tecnica/1. Scontro nella maggioranza

Sarebbe problematico accorgersi che una grandissima intesa sui temi dell’istruzione da parte della maggioranza viene messa in discussione quando si comincia a entrare nel merito”. Così il responsabile scuola di Forza Italia, Mario Mauro, ha commentato la presa di posizione del responsabile scuola di AN, sen. Valditara, favorevole al mantenimento degli istituti tecnici all’interno del sistema dei licei, sia pure con il carattere di “licei vocazionali”.
Il riferimento ad AN è implicito ma trasparente, visto che l’UDC, per bocca del suo responsabile scuola, Beniamino Brocca, ha più volte ribadito il suo orientamento favorevole all’inserimento degli attuali istituti professionali, e della maggior parte degli istituti tecnici, all’interno del canale professionale, come peraltro preconizzato in un ordine del giorno votato a maggioranza dalla Camera e accolto dal Governo al momento della approvazione della legge n. 53.
Tutto ciò spiega l’estrema prudenza con la quale il ministro Moratti sta affrontando l’argomento. Tanto più che su una posizione simile a quella di AN si è attestata anche Confindustria, in particolare per quanto riguarda il liceo tecnologico e il liceo economico, per i quali, nel suo convegno di Vicenza del 20 aprile scorso (il Ministro, a causa di una annunciata manifestazione di protesta ha preferito all’ultimo momento non partecipare) ha proposto, rispettivamente, l’attivazione di otto e tre indirizzi, in sostanza corrispondenti al 90% dell’utenza degli attuali istituti tecnici industriali.
In questa crepa determinatasi all’interno della maggioranza di governo cerca di inserirsi l’opposizione, che vede inaspettatamente crearsi un’opportunità per rilanciare il modello unitario contenuto nella legge n. 30/2000. La riforma Berlinguer inseriva in sostanza gli istituti tecnici e buona parte di quelli professionali nella “area tecnica e tecnologica”, una delle cinque aree nelle quali si suddivideva la scuola secondaria: un’area non troppo diversa da quella che sarebbe formata dai “licei vocazionali” proposti dal sen. Valditara. Come ha subito notato il responsabile scuola DS, Andrea Ranieri, la proposta di Confindustria (e di AN) si muove “contro la logica ‘duale’ della legge Moratti“.
Non la pensa così, evidentemente, AN che in una nota a Tuttoscuola specifica che “già in passato e durante il dibattito sulla Riforma il Senatore Valditara ha espresso in più occasioni un netto dissenso a che l’attuale istruzione tecnica fosse attribuita alle Regioni confluendo nell’istruzione professionale. D’altro canto la legge 53 prevede tipologie diverse di liceo e per alcune di queste articolazioni in indirizzi. Confermiamo pertanto l’esigenza di un rafforzamento dell’istruzione tecnica nell’ambito del rinnovato liceo tecnologico e non invece la sua riduzione a istruzione professionale di quattro anni“.