Il Cip e l’ironia sui tagli

Anocoa una voce preoccupata dal mondo della scuola in merito ai presunti tagli della Finanziaria. E’ quella di Gianfranco Pignatelli, del Comitato Insegnanti Precari.

“Ci sarà una tara bipartisan che li accomuna – sostiene – Tutti reduci da irrisolti traumi infantili. Solo così si spiega l’indomabile livore col quale i nostri ministri s’accaniscono sulla scuola. Ognuno la taglia, alcuni la deturpano dando ad intendere di volerla riformare. Le menomazioni hanno per mandante il ministro dell’economia, per palo quello dell’istruzione e per carnefici gli pseudo tecnici ministeriali. Così, dal 2001 al 2005, le risorse per l’amministrazione e la didattica della scuola sono passate da 331.440 a 110.871 milioni di euro. Come? Retribuendo gli insegnanti italiani dai 6.000 ai 20.000 euro, all’anno, in meno rispetto ai loro colleghi dei paesi OCSE. O ignorando che le strutture scolastiche sono fatiscenti e non conformi alle norme di sicurezza. E se non basta, perché di prassi non basta mai, si ri-taglia sui precari. Facendoli aumentare del 157%, licenziandoli ogni otto o nove mesi, negandogli la retribuzione estiva e privandoli d’ogni diritto.

Di contro lievitano il numero degli alunni per classe e le ore di lavoro per singolo insegnante. Le frattaglie di una siffatta “razionalizzazione” dell’istruzione pubblica sono: la bassa scolarizzazione, l’inadeguata preparazione, nessuna competitività, il ridotto senso civico, lo scarso senso d’appartenenza e, in prospettiva, una classe politica – s’è possibile – ancora peggiore”.