Il calendario scolastico travolto dalla neve/1. Il ruolo delle Regioni

L’emergenza neve dei giorni scorsi ha lasciato il segno anche sui servizi scolastici. E, mentre altre nevicate si annunciano in diverse località d’Italia nei prossimi giorni, non è del tutto rientrata nella normalità la situazione in molti comuni italiani, soprattutto delle zone montane.

Da quando la legge (Testo Unico art. 74) aveva fissato in almeno 200 il numero dei giorni di lezione e il decreto legislativo 112/1998 aveva attribuito alle Regioni la competenza nel definirne la quantificazione e l’articolazione sul proprio territorio, non era forse mai successo che si registrasse una situazione pressoché generalizzata di tanti giorni di chiusura delle scuole come è avvenuto in queste ultime settimane.

In molti Comuni la quantità di giorni di lezione ha fatto scendere decisamente i giorni di lezione sotto il limite dei 200, ponendo le istituzioni scolastiche di fronte ad un dilemma: far finta di niente oppure recuperare i giorni necessari (ad esempio, nelle vacanze pasquali)?

C’è chi ha chiesto al Miur di pronunciarsi, ma la competenza esclusiva è delle Regioni, di ciascuna regione. Tocca a loro pronunciarsi, anche se in qualche caso, alcuni Uffici scolastici regionali, come è successo in Emilia-Romagna, hanno proceduto in loro vece invocando le cause di forza maggiore per giustificare lo sforamento del tetto minimo. C’è stato anche chi ha proposto di abrogare per legge quel limite dei 200 giorni.

Per quest’anno, comunque, sarebbe opportuno per prevenire comportamenti valutativi differenziati sul territorio nazionale che la Conferenza Unificata delle Regioni assuma una posizione chiarificatrice per tutte le istituzioni scolastiche del loro territorio, che comunque valuteranno caso per caso se tali assenze abbiano pregiudicato la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni.