Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il burqa a scuola/2. Se la ‘maestra nera’ spaventa i bambini

Il vento francese spira anche in Italia. In Parlamento si è svolta nei giorni scorsi una specie di gara a chi presentava per primo una legge ricalcata su quella francese. Ed è scoppiato il caso di Sonnino (Latina) dove pare che gli alunni più piccoli della locale scuola dell’infanzia si siano spaventati per la presenza, tra le madri che accompagnavano i figli a scuola, di una figura totalmente coperta da un burqa nero, il copricapo a copertura integrale impiegato da una parte (assai minoritaria) delle comunità islamiche.

Non è bastato, evidentemente, che gli esperti della materia e lo stesso Ministero dell’Interno facessero presente che in Italia esiste da tempo una normativa, contenuta nel testo unico delle norme di polizia, che oltre a stabilire l’obbligo per chiunque di avere con sé sempre un documento di riconoscimento valido, vieta il mascheramento o la copertura del volto nei luoghi pubblici come le scuole e gli ospedali, con l’eccezione (prevista anche dalla recente legge francese) delle maschere di Carnevale (ma a Carnevale…), dei caschi per motociclisti e delle protezioni della testa usate in determinate professioni e attività sportive.

La dirigente scolastica della scuola e il sindaco del piccolo centro pontino contano di risolvere la questione col buon senso, cioè convincendo la mamma col burqa a toglierselo almeno quando si reca a scuola, ma il buon senso potrebbe non essere sufficiente. A quel punto potrebbero intervenire o la polizia o lo stesso sindaco con una ordinanza (“a mali estremi, estremi rimedi“, ha detto). Sembra più difficile, almeno in questo caso, che la “diversità” della ‘maestra nera’ possa essere accettata come un valore positivo.

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