Il Buono Scuola all’ultima spiaggia
Il blog dell’Istituto Bruno Leoni, un think tank liberista, critico verso ogni forma di monopolio dello Stato, pubblica nella sua edizione del 31 ottobre un articolo di suor Anna Monia Alfieri che sollecita l’inserimento nella Legge di Bilancio 2025 del buono scuola per le famiglie che scelgono una scuola paritaria per l’istruzione dei loro figli. Non è una novità per la combattiva paladina della parità economica tra scuole statali e paritarie, ma questa volta i toni del suo articolo-appello sono davvero da ultima spiaggia.
“Qualora il Buono Scuola non fosse previsto”, scrive Alfieri, “ci troveremmo di fronte ad un grave problema che andrebbe a coinvolgere due fronti: in primis, la sopravvivenza delle poche scuole paritarie presenti in Italia, in secundis, l’ennesima delusione delle famiglie italiane che in quel provvedimento avevano creduto come soluzione, tra l’altro parziale, ad un diritto loro negato”.
Sul primo fronte, quello economico, senza Buono Scuola “dovremmo dire alle poche scuole paritarie sopravvissute di portare le rette a 7.000 euro, allineandosi al costo medio studente, così come individuato ogni anno con circolare apposita del Ministero dell’Istruzione e del Merito, e diventando così scuole per ricchi, cosa che le scuole paritarie non desiderano affatto”. Ma questo sarebbe un disastro per le finanze pubbliche, che dovrebbero sostenere il costo del passaggio allo Stato di buona parte dei 347 mila alunni dalla scuola primaria al liceo, e 422.357 delle scuole dell’infanzia, attualmente iscritti alle scuole paritarie.
Sul secondo fronte, quello del pluralismo educativo “la situazione diverrebbe seria per la scuola tutta, statale e paritaria, e per la società: difficilmente si potrebbe sanare l’epilogo più tragico, ossia un monopolio educativo fatto di scuole statali e delle poche scuole paritarie sopravvissute costrette a diventare elitarie”.
Partita persa, dunque, se nella legge di bilancio – la terza a firma della maggioranza che ha vinto le elezioni del 2022 – non fosse previsto un Buono Scuola di importo tale da garantire l’effettiva parità economica alle scuole paritarie? Sì, teme Alfieri, ma “ci tranquillizza il fatto che la Premier Meloni conosce bene il valore della scuola paritaria e più volte ha dichiarato il suo sostegno al tema del carattere pubblico di essa” ed “è impossibile pensare che il governo che ha sempre sostenuto questi temi possa ascrivere a sé la condanna del paese alla morte del pluralismo educativo”. Tuttavia, sottolinea, il sostegno del governo potrebbe non bastare: “Come sempre ho affermato, il tema della libertà di scelta educativa deve incontrare un sostegno politico trasversale”. E questa, va detto, è un’incognita politica ancora tutta da decifrare.
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