Buono scuola in arrivo? Tra consensi e dissensi

Nei giorni scorsi, intervenendo ad un evento organizzato da Agidae (Associazione Gestori Istituti Dipendenti dell’Autorità Ecclesiastica), il ministro dell’istruzione Valditara ha lasciato intendere, forse anche per venire incontro alle attese dell’uditorio, che presto sarà data una soluzione definitiva alla storica querelle del finanziamento delle scuole paritarie tramite uno strumento finanziario (il buono scuola) che le metta in condizioni di effettiva parità economica con quelle statali. “È il momento di completare l’opera”, ha detto il ministro, che però ha anche aggiunto che questo compito spetta alla “politica (che) deve avere il coraggio di metter(lo) all’ordine del giorno”.

L’accenno alla “politica” fa capire che il governo non intenderebbe procedere motu proprio o con una forzatura maggioritaria, ma cercherebbe un consenso politico più ampio, come ha sottolineato suor Anna Monia Alfieri in un suo commento all’evento osservando che “le parole del ministro sono state precedute da quelle degli esponenti di tutte le forze politiche, fatta eccezione per il Movimento Cinque Stelle, in occasione della tre giorni organizzata dalle conferenze Usmi e Cism, la scorsa settimana”.

In effetti nessuno dei politici intervenuti in tale occasione – Valentina Aprea (FI), Irene Manzi (PD), Ella Bucalo (FDI), Maria Elena Boschi (IV), Luca Maggi (Noi Moderati), Valentina Grippo (Azione), Paola Binetti (UDC), Mario Pittoni (Lega) – si è detto contrario in linea di principio all’adozione di uno strumento del tipo del buono scuola adottato per esempio in Lombardia (dove è denominato “dote”, e la Aprea e’ colei che l’ha introdotto quando era assessore in Lombardia), che per il 2024 ha previsto l’erogazione  di contributi che variano da 300 a 2.000 euro, in base all’ISEE della famiglia e al tipo di scuola frequentata. 

Questo, accanto ad alcuni altri interventi effettuati negli ultimi due anni in favore delle scuole paritarie (150 milioni di euro di fondi Pnrr, ed altri 70 milioni per il trasporto per i ragazzi con disabilità), contribuirebbe alla sostenibilità dell’operato di tante scuole paritarie in crescente difficoltà.

Forti critiche, sul versante politico, sono venute solo dal Movimento 5 Stelle e, su quello sindacale, dalla Uil scuola, da sempre su posizioni laiche e stataliste, e dalla Flc-Cgil, che peraltro si è limitata a ricordare il “senza oneri per lo Stato” inserito nell’art. 33 della Costituzione: un divieto di finanziamento diretto che una soluzione del tipo di quella adottata in Lombardia eluderebbe.

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