Beniamino Brocca nella storia della scuola
Si sono celebrati sabato scorso a Roma, città nella quale ha vissuto l’ultimo periodo di una vita di forte impegno politico e culturale, i funerali di Beniamino Brocca, deceduto la scorsa settimana a seguito di un malore.
Brocca è stato non solo un uomo della scuola militante, come allora si usava dire – un insegnante e un dirigente scolastico – ma anche, dopo essere stato eletto in Parlamento (1976-1992), un decisore politico influente. Fu sottosegretario al ministero della Pubblica Istruzione ininterrottamente per cinque anni, dal 1987 al 1992, con quattro ministri diversi (Galloni, Mattarella, Bianco, Misasi). Durante quegli anni organizzò insieme al ministro Sergio Mattarella, al quale fu particolarmente legato, la Conferenza nazionale sulla Scuola (1990) e soprattutto presiedette dal 1988 al 1992 la commissione per la revisione dei piani di studio e dei programmi della scuola media superiore, nota poi come “Commissione Brocca”.
I programmi predisposti da quest’ultima (qui il testo completo) furono il più organico tentativo fatto nel dopoguerra di costruire un modello di scuola secondaria superiore con un forte impianto unitario (erano previsti filosofia negli istituti tecnici e diritto ed economia nei licei) e un ampio consenso politico, assicurato dalla presenza nel Comitato ristretto di esponenti rappresentativi delle principali forze politiche del centro e della sinistra, compreso il PCI-PDS. Solo la fragilità del contesto politico e parlamentare del tempo, culminato nella crisi della DC e del PSI provocata da “Mani Pulite”, impedì al progetto Brocca di diventare legge: la proposta di legge presentata dal senatore DC Pietro Mezzapesa, che ne ricalcava le linee essenziali, naufragò nel maremoto politico di quel periodo, e non fu più ripresa, malgrado il successo delle sperimentazioni attuate e il carattere avveniristico di alcune di esse, come il liceo scientifico-tecnologico.
Anche dopo la conclusione della sua esperienza politica Beniamino Brocca, stabilitosi a Roma, città da lui prediletta anche per le nuove e intense relazioni sociali, ha continuato ad occuparsi di problemi educativi attraverso una impegnata attività pubblicistica e insegnando pedagogia fino all’anno scorso presso la facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione della Sapienza, Università di Roma. Ci sembra giusto e doveroso rendere omaggio a un uomo coraggioso, che è vissuto sempre nella scuola e per la scuola.
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