Il 10/11 protesta dell’Usb contro la scuola degli ‘aumenti’ e degli ‘scomparsi’

Il prossimo 10 novembre in moltissime città italiane si terranno manifestazioni di protesta di studenti, genitori, docenti e personale Ata contro “la violenta aggressione nei confronti della scuola attuata dal Governo dei tecnici e professori, in completa continuità con il Governo precedente ed in piena sintonia con la Commissione Europea e le politiche di ricatto della Banca Centrale Europea”. Lo comunica, in una nota, l’Usb (Unione Sindacale di Base).

Per la scuola – sottolinea l’Usb – l’elenco degli ‘aumenti’ è lunghissimo: l’orario di lavoro, il numero degli studenti in classe, il carico di lavoro nelle pulizie, per la vigilanza e nelle segreterie; ma aumentano anche i costi per le famiglie, i pericoli per la salute e la vita degli oltre 8 milioni di ‘abitanti’ della scuola; come pure aumentano i privati”.

Altrettanto lungo – prosegue l’Usb – l’elenco degli ‘scomparsi’: il contratto nazionale violato e bloccato, addirittura scatti di anzianità e vacanza contrattuale, posti di lavoro del personale Ata e docenti, scuole finite negli accorpamenti; scomparsi il diritto allo studio, alla sicurezza, e alla salute del personale inidoneo e dei ragazzi diversamente abili; scomparsi i finanziamenti alla scuola pubblica. Ci sono poi numerose falsità e inganni: i docenti lavorano solo 18 ore; con il precariato si è fatto assistenzialismo; la scuola è pronta a nuove assunzioni attraverso il concorso”.

Per completare il quadro – conclude l’Usb – la maggioranza governativa dal Pdl al Pd ha dato il via libera alla ex-Aprea, che cancellerà la democrazia nella vita della scuola e la aprirà al controllo diretto dei privati”.