Ignazio Visco: Scuola e università sono meno adeguate di 50 anni fa

Investire in conoscenza conviene” perché “da un punto di vista economico si guadagna meglio” e al di là della sfera economica “si sta meglio e si vive più a lungo“. A sottolinearlo è il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco in occasione della presentazione di un libro sui giovani curato da Arel, al Quirinale.

Dal momento che investire in conoscenza conviene “perché non si investe altrettanto da noi come avviene negli altri paesi?“, ha detto Visco. Per il governatore oggi si sono nuove competenze, diverse rispetto a vent’anni fa, come “la capacità di risolvere problemi, lo spirito critico, la creatività“. Queste conoscenze “si generano nella scuola e nelle università. Ma scuola e università hanno rallentato, sono meno adeguate rispetto a quando andavo a scuola io, cinquant’anni fa“.

Per il governatore della Banca d’Italia, “esistono, certo delle responsabilità dello Stato, ma anche molte della società. Ma sta a noi investire in conoscenza“. Anche perché, dati alla mano, Visco ha ricordato che “il livello di analfabetizzazione funzionale, la capacità cioè di comprendere testi e fare calcoli, è elevatissimo in Italia, l’80% contro il 50% degli Stati Uniti e il 30% della Norvegia“. Dunque, “in Italia prevalgono dei modelli e bisogna rompere questi modelli“. Bisogna “valorizzare il merito” perché “i talenti – ha concluso – se li metti sotto terra sono inutili, vanno valorizzati“.