Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

I vescovi promuovono il 30%: sfida ardua ma vitale

Il quotidiano dei vescovi Avvenire promuove la decisione del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini di stabilire un tetto massimo del 30% di alunni stranieri per ciascuna classe: una “sfida ardua ma vitale“, la definisce il giornale della CEI, osservando che comunque “un terzo di stranieri resta una percentuale molto alta, capace di mettere in serie difficoltà anche l’insegnante più volenteroso“.

D’altra parte, prosegue l’editoriale di Avvenire,  “la soluzione non è certo quella, a volte ancora sbandierata, di classi ghetto simili a riserve indiane per soli immigrati in cui tutto avviene meno che l’integrazione“. La sfida, dunque, “è vitale per tutti” perché “che piaccia o no anche questi bambini sono il nostro domani. Accoglierli significa anche passar loro il testimone delle nostre radici e il patrimonio culturale che per secoli ci ha formati“.

Da notare che, nel valutare positivamente l’iniziativa del ministro, l’articolo sostiene che “Fino ad oggi non era previsto un limite“. Si tratta di un’imprecisione: in realtà, come Tuttoscuola ha fatto rilevare anche in precedenti occasioni di dibattito sul problema, un tetto al numero di alunni in Italia c’è già, e risale ad oltre dieci anni fa. Lo stabilisce l’art. 45 del dpr 394/1999 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), un regolamento tuttora in vigore emanato dal governo D’Alema (ministro Berlinguer). Il comma 3 del citato art. 45 stabilisce infatti che “Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: la ripartizione è effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri“. Insomma, il tetto c’era, ed era del 50%. Ma di fatto in questi anni è stato ignorato.

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