I ragazzi che la scuola perde

Tra i temi che saranno oggetto delle riflessioni che accompagneranno i partecipanti alla quinta marcia di Barbiana del prossimo 21 maggio ve n’è uno molto caro a don Lorenzo Milani: la dispersione scolastica di quei ragazzi che non possono avvalersi della uguaglianza delle opportunità formative che la società offre.

Nel documento-invito per la partecipazione alla marcia, sottoscritto da diversi rappresentanti degli Enti territoriali toscani si afferma, tra l’altro, che “La speranza riparte dal primo e fondamentale insegnamento di Don Milani. Il problema della scuola è i ragazzi che perde, pensando che per tutti i nostri giovani vi sia un valore alto e grande per cui crescere e studiare: essere cittadini sovrani e occuparsi degli altri“.
Già, la dispersione scolastica (sia quella quantitativa degli studenti che abbandonano sia quella qualitativa di chi, pur non abbandonando la scuola, non consegue successo e competenze alla pari).

Fino a quando non funzionerà a pieno regime l’anagrafe scolastica nazionale integrata, sarà impossibile conoscere con precisione chi e quanti ragazzi abbandonano anzitempo il loro percorso formativo.
In attesa degli effetti del diritto-dovere introdotto dalla riforma Moratti e delle possibili integrazioni che l’Unione prossimamente intenderà apportarvi, con conseguenti ampliamenti della platea degli studenti nel secondo ciclo, la situazione attuale di dispersione negli istituti superiori non è proprio confortante, visto che quest’anno è presente in classe nell’ultimo anno di corso meno del 67% degli studenti del primo anno di corso iscritti cinque anni fa.
Un terzo di chi era partito cinque anni fa si è perso.
La dispersione maggiore è nelle Isole e nel triangolo industriale del Nord Ovest.