I quindicenni del Pisa 2009 figli dell’autonomia scolastica

Ma, insomma, di chi è, in prevalenza, il merito per i progressi nella indagine internazionale Ocse-Pisa registrato nella ultima edizione pubblicata nei giorni scorsi?

È soprattutto dei docenti, come hanno affermato all’unisono i sindacati di categoria?

Non vi è dubbio che alla base di qualsiasi prestazione degli studenti vi è sempre l’incidenza dell’azione dei loro insegnanti. Ma, se fosse vera questa tesi, si dovrebbe dire che nei due precedenti rapporti del 2003 e del 2006, che hanno evidenziato un peggioramento rispetto al 2000, la responsabilità principale dell’insuccesso era stata degli insegnanti.

È stato detto anche che i buoni risultati sono stati il prodotto di una specie di effetto alone per le nuove politiche per l’istruzione avviate proprio nel momento della rilevazione. Si tratta di una tesi un po’ azzardata smentita dal fatto che le due precedenti edizioni del Pisa sono avvenute proprio nel pieno di processi di riforma del nostro sistema di istruzione. E’ stato anche fatto notare che gli studenti italiani hanno preso maggiore confidenza con le tecniche di rilevazione dei test, alle quali non erano in passato abituati.

Non vogliamo azzardare, a nostra volta, una nuova tesi sui fattori che hanno indotto miglioramenti dei livelli di base dei nostri ragazzi, ma semmai rileviamo un dato oggettivo, al quale non è detto peraltro che vada attribuito un effetto.

I quindicenni del Pisa 2009, quasi tutti frequentanti il primo anno delle superiori nell’aprile del 2009 quando sono stati sottoposti ai test dell’indagine Ocse, da quale sistema sono stati formati?

Sono ragazzi che hanno iniziato il loro percorso scolastico nel 2000-2001, proprio nel momento di avvio dell’autonomia scolastica. Tutto il loro percorso formativo si è snodato nello sviluppo dell’autonomia. Si è trattato di una semplice coincidenza oppure si può affermare che sono figli di quella autonomia scolastica che, nelle esperienze migliori, ha liberato potenzialità nuove e nuove strategie di apprendimento per una migliore qualità dell’offerta formativa?