I precari sono meridionali ma i posti sono al nord

Due terzi dei precari iscritti nelle graduatorie ad esaurimento (studio Miur) sono nati o residenti nelle regioni meridionali, anche se il 20% è iscritto in graduatorie di territori lontani da casa, come si è avuto conferma nel caso della maestra precaria palermitana in sciopero della fame, nominata a Brescia grazie al trasferimento di graduatoria da lei scelto per necessità.

Sempre più i posti per i precari si trovano al Nord, dove è maggiore il numero di posti disponibili, a causa di una serie di fattori (politica ministeriale degli organici, mobilità del personale, dinamiche demografiche, presenza di alunni stranieri). Per contro nelle aree meridionali la maggiore stabilità degli organici e del personale di ruolo riduce notevolmente i posti provvisori da riservare ai precari.

In attesa di conoscere anche per quest’anno l’entità delle nomine a tempo determinato delle decine di migliaia di precari, si può avere un quadro emblematico di questo squilibrio di posti per docenti non di ruolo nelle diverse aree del Paese, dando una spulciata alla pubblicazione sull’organico di fatto curata dal Miur per il 2009-10.

Nella scuola dell’infanzia nel 2009-10 l’11,3% di insegnanti era a tempo determinato con nomina annuale o fine al termine delle attività: praticamente un precario ogni nove docenti in cattedra.

Ma nelle regioni del Nord Est i precari sono stati il 19% (quasi uno su cinque), mentre al Sud la percentuale non ha raggiunto il 6% (uno o una precaria ogni 19 insegnanti).

Anche nella scuola primaria l’11% dei posti è stato assegnato ad un maestro precario, ma mentre il Nord ha superato il 16% di docenti a tempo determinato, al Sud la percentuale è andata poco oltre il 3% (e si spiega la maggior fame occupazionale dei precari meridionali).

È comunque nella scuola secondaria che il precariato pesa di più e sia nel primo che nel secondo grado supera mediamente il 20%. Al Nord i professori precari superano il 25% del totale (un precario su quattro in cattedra), mentre nelle regioni del Sud la percentuale è inferiore di circa 10 punti percentuale (un professore precario ogni 6-7).

In assoluto la regione con la più alta percentuale di posti per professori precari è l’Emilia Romagna, con il 30% e il 29% di docenti a tempo determinato rispettivamente nella scuola secondaria di I grado e in quella superiore.