I poteri del dirigente scolastico in Finlandia e in Italia
La scuola finlandese può certamente dirsi "Buona" nel senso pieno del termine. È infatti una delle scuole migliori del mondo e, per quanto riguarda gli obiettivi europei di Lisbona attesi per il 2020, nelle rilevazioni intermedie del 2013 risulta sopra la media dei Paesi dell’Unione per tutti i benchmark (punti di riferimento fissati).
Può essere interessante, quindi, tentare un confronto tra la nostra scuola e quella finlandese per quanto riguarda, ad esempio, il ruolo del dirigente scolastico, l’argomento di maggiore tensione che sta accompagnando in queste settimane il dibattito sul ddl della Buona Scuola.
Nelle settimane scorse, in occasione di uno scambio culturale tra una scuola italiana emiliana e una scuola finlandese della città di Oulu, è stato chiesto al capo delegazione del gruppo finlandese di precisare il ruolo del capo d’istituto nel suo paese, anche per un utile raffronto con quanto viene proposto in Italia con la riforma della Buona Scuola.
La risposta è venuta senza tanti giri di parole, riferendo una situazione concreta che si sta sviluppando proprio nella scuola diretta dall’interessato.
Dopo aver precisato che quanto sta avvenendo nella sua scuola è conseguente a quanto previsto dalle norme finlandesi per tutte le scuole, il dirigente ha iniziato riferendo che, a seguito del pensionamento di due insegnanti, si prevedono due posti vacanti per la sua scuola.
Ha quindi emesso un bando pubblico per la copertura di quei posti, ricevendo 276 domande corredate dal curricolo personale dei candidati.
Ha proceduto personalmente all’esame di tutti i curricoli, scegliendone quattro per un colloquio finale. Al termine del colloquio ha scelto i due docenti destinati a ricoprire i posti lasciati vacanti.
I due insegnanti prescelti lavoreranno nella scuola per l’intero anno. Al termine il dirigente deciderà se confermarli o meno in base alle capacità dimostrate e accertate. Avviene così in quasi tutte le professioni, in Italia e nel mondo, come noto. E nella professione docente avviene così nella maggior parte degli altri paesi, non solo in Finlandia.
Un confronto tra i poteri del preside finlandese e di quello italiano che non ha bisogno di commenti.
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