Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

I Ghetti culturali non sono la soluzione

”Per principio sono sempre stato contrario a scuole private separate perche’ non aiutano l’integrazione: se mandiamo in nostri figli in una scuola prevalentemente araba creeremo di sicuro una generazione chiusa in un’identita’ protetta”, in contrasto con quell’esigenza di ”integrazione che e’ prioritaria sia per i ragazzi che per la societa”’.

A sostenerlo nei giorni scorsi e’ stato Younis Tawfik, scrittore iracheno con cittadinanza italiana e membro della Consulta per l’Islam. ”Capisco l’esigenza di quei genitori egiziani di Milano – aggiunge, con riferimento ai promotori della scuola araba del capoluogo lombardo – di preservare la loro cultura nell’ educazione dei figli, anche nel caso che tornino in patria per proseguire gli studi. Anche se rimane aperto il problema della reciprocita’ del riconoscimento del titolo di studio da parte dei due governi”.

In ogni caso, la strada che Tawfik preferisce e’ quella di un doposcuola privato di Torino, la sua citta’, con insegnanti egiziani laici che offrono ai ragazzi anche l’ insegnamento della lingua di origine. E se anche vi fosse una scuola dove si insegni sia l’italiano che l’arabo, come appunto quella di Milano, ”allora dovrebbe essere aperta anche agli italiani, come le scuole ebraiche – osserva -, e non solo agli arabi”. A questo infine si aggiunga anche il problema, tutto da affrontare, di un insegnamento ”controllato” dell’Islam.

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