
I DS accusano: più lavoro, meno stipendi
E’ ripartito dall’art. 36 della Costituzione, il sit-in di protesta dell'”Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola” davanti la sede del Ministero dell’Istruzione a Roma: “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro”.
Sono circa 800 i dirigenti scolastici che hanno manifestato a viale Trastevere contro la drastica politica di tagli voluta dal Governo, spinti “dalla necessità di una protesta che non rimanga inespressa nell’anonimato”.
Si sentono “invisibili per il Governo”, i dirigenti armati di fischietti e K- way azzurri, benché “indispensabili per il Paese”, come hanno recitato i loro slogan.
“Sono un segno identitario di riconoscimento – ha affermato il presidente dell’associazione Anp, Giorgio Rembado spiegando la scelta dell’abbigliamento – simbolo della nostra invisibilità per quanto si riferisce al Governo. Siamo qui, perché vogliamo un recupero delle posizioni di retribuzione e di risultato, che sono state ridotte nonostante la diminuzione del 25% degli ultimi due anni dei posti di dirigente, aumentando invece enormemente le nostre responsabilità e il numero degli adempimenti. Da questo punto di vista vogliamo non essere retrocessi nei livelli retributivi, in prospettiva di recuperare la perequazione con tutti gli altri dirigenti pubblici”.
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