
I docenti uniti contro gli albi regionali del Ddl scuola
Riceviamo e pubblichiamo questa email inviata da Elisabetta Cappucci, in cui si esprime opposizione verso gli albi regionali previsti nel Ddl Scuola.
Invitiamo i lettori a commentare il contributo e a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.
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Gentile redazione,
siamo migliaia di docenti precari e di ruolo collegati in rete attraverso vari gruppi Facebook.
Il DDL scuola che le Camere stanno analizzando porterà una rivoluzione di cui pochi si sono accorti. L’impianto del DDL si basa sulla creazione di albi regionali diretti da un preside che, a piacimento, sceglierà i suoi docenti attribuendo loro incarichi a cadenza triennale. Questo condannerà, da una parte, l’intero corpo docente ad una precarietà senza via d’uscita, dall’altra i nostri ragazzi a non aver mai garantita una continuità didattica.
Continuità didattica che, pur così bistrattata dal DDL scuola, diviene, invece, il perno della riforma del Sostegno, tanto da giustificare un vincolo addirittura decennale per i neo immessi in ruolo, a cui sarà vietato scegliere e che saranno costretti ad accettare il ruolo sul Sostegno.
Se ne deduce la palese contraddittorietà della riforma scolastica che ci si accinge a varare. L’impianto del DDL è sbagliato: gli albi vanno aboliti e noi docenti precari, liberi di scegliere in quale classe di concorso accettare il ruolo, dobbiamo essere assunti con titolarità in una scuola da cui nessuno può mandarci via, così come è stato per tutti i colleghi prima di noi. Questo deve valere, ovviamente, anche per i docenti in mobilità e per i docenti che intendono passare da sostegno a materia- mentre, secondo l’attuale DDL, chiedere un trasferimento significherebbe consegnarsi alla precarietà senza fine. Preferiamo che le assunzioni vengano spalmate su due o tre anni, piuttosto che accettare un finto ruolo subito.
Noi docenti siamo tenuti a formare i futuri cittadini del mondo perché siano liberi nell’esercizio di un pensiero critico e responsabili delle proprie idee. Una classe docente che si vuole serva, che sarà assoggettata ai voleri del preside, perseguitata dalla paura di dover cambiare scuola, paese, provincia ogni tre anni, come potrà mai formare i cittadini liberi di domani?
Infine, cosa succederebbe nelle zone ad alta densità mafiosa? I Docenti Uniti della Calabria hanno lanciato l’allarme e molti presidi si sono detti contrari alla chiamata diretta proprio perché temono le enormi pressioni acui sarebbero sottoposti.
Ognuno di noi ha il dovere di immaginare il quadro che si sta dipingendo, perché la scuola è responsabilità di tutti.
Grazie per l’attenzione
Gruppi:
Sostegno.doc
Docenti immobilizzati
Docenti uniti: NO al DDL scuola
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